Fabio Fazio accuse da parte del Codacons ( Fonte IG @fab.fazio ) - cinezapping.com
Multa salata per Dolcezze di Riviera, l’azienda legata a Fabio Fazio: irregolarità nelle etichette e accuse da parte del Codacons. Ecco cosa sta succedendo al marchio Lavoratti 1938.
La recente sanzione amministrativa comminata a Dolcezze di Riviera Srl, azienda dolciaria associata al noto conduttore Fabio Fazio, ha acceso i riflettori su un tema delicato: la trasparenza nelle etichette alimentari e il ruolo delle celebrità che scelgono di investire in attività commerciali. Il marchio Lavoratti 1938, che la società gestisce, è finito sotto inchiesta per aver dichiarato l’utilizzo di ingredienti certificati che, in realtà, non rispettavano le caratteristiche previste dalle normative europee. Il marchio Lavoratti, con sede a Varazze, ha una lunga storia alle spalle nel panorama dolciario italiano. Dopo anni difficili, nel 2022 è stato salvato da un gruppo di investitori capitanati da Fabio Fazio, il quale ha rilevato una partecipazione minoritaria con l’intenzione di rilanciare la produzione artigianale e dare nuova linfa al brand.
A questa operazione hanno preso parte anche la moglie Gioia Selis e i ristoratori Davide Petrini e Alessia Parodi, unendo risorse e visione imprenditoriale per far risorgere il nome storico del cioccolato ligure.Nonostante le buone intenzioni, l’azienda si trova ora coinvolta in una vicenda che sta compromettendo la sua reputazione. Le indagini condotte dai Carabinieri e dai Nas hanno rivelato anomalie nei prodotti, in particolare nella dichiarazione d’origine degli ingredienti. Le etichette parlavano di pistacchi verdi di Bronte DOP e nocciole tonde di Giffoni IGP, ma le analisi hanno dimostrato che le materie prime non erano conformi a tali indicazioni.
La normativa italiana in materia di etichettatura alimentare è molto severa, e l’articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 297/2004 punisce l’indicazione ingannevole sulla provenienza degli ingredienti. L’azienda è stata colpita da tredici sanzioni amministrative, per un valore iniziale di 100.000 euro. Tuttavia, grazie a un pagamento immediato, l’importo è stato ridotto a 62.400 euro. Durante i controlli sono state sequestrate quasi 1.200 confezioni tra cioccolato e praline, per un valore stimato di circa 18.000 euro.
Il danno non è solo economico, ma anche d’immagine, specialmente per un marchio che ha fatto della qualità e della territorialità un punto di forza nella propria comunicazione. Questa situazione impone una riflessione più ampia sul controllo delle filiere alimentari e sulla responsabilità degli imprenditori, specie quando questi hanno una visibilità pubblica importante. I consumatori si aspettano che ciò che viene loro proposto, soprattutto se promosso da personaggi noti, rispecchi la qualità dichiarata.
A peggiorare la situazione è intervenuto il Codacons, che ha depositato un esposto contro Fazio, accusandolo di aver sfruttato la sua notorietà per pubblicizzare prodotti con etichette non corrette. Secondo l’associazione, questa condotta avrebbe ingannato i consumatori, che si sono fidati del volto noto senza sospettare irregolarità. Il Codacons ha chiesto l’avvio di azioni legali a tutela di tutti coloro che hanno acquistato prodotti spacciati come DOP o IGP, e che in realtà non lo erano. L’intera vicenda, quindi, non colpisce solo l’azienda sotto il profilo normativo, ma mette in discussione la credibilità di Fazio come imprenditore.
La questione solleva un tema delicato: quanto è giusto che i volti noti della televisione o dello spettacolo si impegnino in ambito imprenditoriale? E quanto devono rispondere personalmente di eventuali irregolarità? In un contesto in cui la fiducia del consumatore è centrale, la trasparenza dovrebbe essere la priorità assoluta.
Il caso di Lavoratti 1938 rappresenta un precedente significativo per tutto il comparto dolciario italiano. In un mercato sempre più attento a qualità e tracciabilità, episodi come questo possono minare la fiducia verso l’intero settore. Il fatto che a essere coinvolto sia un marchio storico, recentemente rilanciato anche con una forte comunicazione mediatica, rende tutto ancora più rilevante. Il futuro dell’azienda dipenderà molto da come gestirà questa crisi, sia dal punto di vista giuridico che comunicativo. Ricostruire la fiducia non sarà facile, ma sarà fondamentale per evitare una caduta definitiva dell’immagine del marchio. Nel frattempo, consumatori e addetti ai lavori seguiranno con attenzione ogni sviluppo.
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