11 metri | © Romacinemafest
Erano esauriti da tempo i circa 800 posti della Sala Petrassi che, al Festival Internazionale del Film di Roma, ha ospitato la proiezione del documentario “11 metri”, diretto da Francesco Del Grosso, su Agostino Di Bartolomei, indimenticabile capitano della Roma dello scudetto (1983). Nel 1994, Ago, come veniva chiamato affettuosamente dai suoi tifosi, si tolse la vita. Ancora oggi sono poco chiare le dinamiche che hanno portato il calciatore a compiere l’estremo gesto: Di Bartolomei si sparò un colpo al cuore nella sua casa di San Marco di Castellabate, a soli trentanove anni.
«Vado alla ricerca dell’uomo – precisa Del Grosso – attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto. Più che un diario intimo, il mio è un road movie emozionale, un incrocio di luoghi e di persone per capire di più su quella morte avvenuta il 30 maggio, a dieci anni esatti dalla finale della Coppa Campioni persa dalla Roma contro il Liverpool ai rigori. Solo un caso?».
Il progetto del film è nato grazie al produttore Daniele Esposito che incontrò Marisa, la moglie di Ago, nei pressi di Castellabate (il paese in cui è stato girato “Benvenuti al Sud”). In seguito è stato contattato Del Grosso che si è subito messo al lavoro. Un impegno difficile, lungo e impegnativo: trentanove interviste, settanta ore di materiale d’archivio, sei mesi di montaggio. Quello che ne viene fuori è un documentario di valore che fa riflettere, e molto, sul mondo del calcio:
“Il mondo del calcio avverte un grande senso di colpa per quel che è successo, anche se il film non è un’apologia di Agostino – conclude il regista -. Nelle interviste sono evidenti le sue passioni come anche le sue paure, un orgoglio e un pudore che gli impedivano di chiedere”.
Sono passati diciassette anni da quel tragico giorno di maggio in cui Agostino Di Bartolomei decise di farla finita. Ma il suo ricordo resterà vivo nella testa di milioni di tifosi e avversari a cui ha dato e ricevuto sempre rispetto. Al di là delle maglie indossate (oltre alla Roma: Milan, Cesena, Vicenza e Salernitana). Tra interviste e filmati d’epoca (addirittura una gaffe di Berlusconi) il film ripercorre la storia del calciatore, fuori e dentro il campo. Dalle prime partite nel campetto della parrocchia, nella periferia romana, ai primi successi sui campi da calcio. Undici metri si presenta come una delle pellicole più interessanti di questo Festival romano e siamo sicuri che il lavoro di Del Grosso sarà apprezzato anche fuori dai confini romani, perché Di Bartolomei non era solo un campione della Roma ma un campione “italiano”, uno sportivo esemplare e un affettuoso padre di famiglia. Ma anche un uomo solo, che nonostante l’affetto di moglie e figlio, si è sentito abbandonato fino a compiere un folle gesto. Fonte
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