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68. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Giorno 8

Ottavo giorno di Mostra e nuovamente titoli del concorso che hanno raccolto reazioni fortemente negative: fischi per “Quando la notte” e “4:44 Last Day on Earth”, freddezza per “Exchange”. Parte in salita l’avventura di “Quando la notte”, secondo film italiano in concorso presentato durante la 68. Mostra del Cinema di Venezia: alla proiezione delle 9 al Paladarsena, aperta ai cronisti e agli altri addetti ai lavori, la pellicola diretta da Cristina Comenicini riceve molte più bocciature che consensi. Con fischi che sovrastano gli applausi, quando sullo schermo appaiono i titoli di coda; e soprattutto con tante risate durante lo svolgimento, proprio nei momenti più drammatici della storia. Inizio difficile, dunque, anche se per capire il gradimento effettivo bisogna aspettare il responso del pubblico. Intanto, però, sulla reazione mattutina in sala, così forte e rumorosa, scoppia il caso. Informata delle reazioni di ilarità, la Comencini in conferenza stampa le spiega così:

Alcuni momenti della storia sono emozionanti, e non sempre ai festival l’emozione è accettata. Ci vuole coraggio, ad avere emozione. Ridere durante il film è una cosa strana. Inaudita. Civiltà vorrebbe che si guardi con rispetto e poi si scriva quello che si vuole.

La Biennale di Venezia
Quando la notte

Ad ogni modo questo “Quando la notte”è decisamente un film pessimo, quasi pedestre, infarcito di scene scult, dialoghi ridicoli che hanno esasperato la platea di giornalisti che hanno assistito alla proiezione. “4:44 Last Day on Earth” di Abel Ferrara è invece un apocalittico pampleth sull’imminente fine del mondo. In un grande appartamento in cima alla città abita una coppia. Si amano. Lei è pittrice, lui un attore di successo. È un pomeriggio come tanti – eccetto che non è affatto un pomeriggio come tanti, né per loro né per chiunque altro. Perché domani, alle 4.44 di mattina, secondo più, secondo meno, il mondo finirà più velocemente di quanto il peggior catastrofista avrebbe potuto immaginare. Arriverà lo sfacelo finale, non senza preavvisi, ma senza vie d’uscita. Non ci saranno sopravvissuti. Come sempre, c’è chi accendendosi l’ultima sigaretta e stringendosi i paraocchi spererà in un qualche rinvio. Un miracolo. Non i nostri due amanti. Loro – come la maggioranza della popolazione della Terra – hanno accettato il loro destino; il mondo sta per finire.

La Biennale di Venezia
4.44 Last Day on Earth

Anche questo film è stato subissato di fischi dalla stampa accreditata. “Exchange” è l’opera seconda di Eran Kolirin Un uomo torna a casa in un momento della giornata in cui non è mai tornato, a un’ora in cui la luce la illumina da un angolo diverso e in cui il ronzio del frigorifero è l’unico suono che si riesca a sentire. Un uomo torna a casa in un momento della giornata in cui non è mai tornato e per un istante gli sembra di essere entrato nella casa di uno sconosciuto, vuota e silenziosa in una desolata ora pomeridiana. Un uomo torna a casa e all’improvviso si accorge di cose favolose e dimenticate. Particelle di polvere che vorticano nell’aria in un bianco raggio di luce. Una vecchia etichetta del prezzo incollata sotto il tavolo. Un uomo torna a casa come un turista e osserva per la prima volta gli oggetti di cui si compone la sua vita.

La Biennale di Venezia
Exchange

In questo caso le reazioni sono state più sfumate e qualche applauso si è accompagnato a qualche fischio. Ad ogni modo, dopo quella di ieri, altra giornata pessima (dal punto di vista cinematografico) al Lido. Inoltre ieri sera alla presentazione del film sorpresa (“People Mountain People Sea”) è successo l’imponderabile: proiezione sospesa al mattino e proiezione sospesa il pomeriggio.  Al mattino i giornalisti sono stati mandati via dopo una mezzora di attesa. Motivazione, problemi tecnici alla pellicola. Annullata, di conseguenza anche la conferenza stampa delle 11. Ma i guai sono proseguiti. La proiezione ufficiale in Sala Darsena – con la delegazione del film e la giuria – è stata interrotta ale 20.20: puzza di fumo e strani rumori. Fuggi fuggi generale. Niente di preoccupante, per fortuna. Sembra si sia trattato solo di un problema elettrico a uno dei fari della sala, subito risolto. Dopo mezzora il film è ricominciato.

Marco Valerio

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