Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Aprile 2nd, 2011 | by sally
0Summary: Nulla è lasciato al caso, tantissime citazioni e attori promettenti, un prodotto da non lasciarsi sfuggire!
Spregiudicato, sboccato, pulp, “Kick-Ass” era senz’altro un prodotto difficile da vendere al pubblico italiano, infatti le case di produzione hanno deciso solamente dopo un anno di farlo uscire anche nel nostro Paese e chi andrà a vederlo, soprattutto gli amanti del genere, non rimarranno delusi.
Dopo “Scott Pilgrim vs. the world“, ecco che direttamente dal mondo dei fumetti arriva un altro supereroe privo di superpoteri. Anche in questo caso si tratta di un nerd, una sorta di scimmiottato Peter Parker, buono per dare vita a tantissime citazioni, tra fumetti, musica e film, che il pubblico si divertirà a scovare. Il protagonista della storia è Dave Lizewski (Aaron Johnson), un adolescente sfigato che passa il suo tempo dividendosi tra la sua passione per i fumetti, per la sua insegnante d’inglese e la masturbazione guardando le foto sul web. Lizewski è il classico tipo da commedia romantica adolescenziale, che non riesce a conquistare la ragazza più bella del liceo perché troppo sfigato e timido. Un giorno, stanco della noia che lo affligge nella sua stanza alla periferia di New York, Dave decide di trasformarsi in un supereroe per combattere la criminalità. I suoi primi approcci con la sua nuova identità non sono del tutto positivi, ma poco tempo dopo, la figura di Kick-Ass, questo il nome del suo alter-ego, farà scalpore e finirà dappertutto, agevolata dalla velocità di diffusione dei dati tramite web. Intorno alla figura di Dave ruotano altri personaggi, a partire dal malavitoso Frank D’Amico (Mark Strong), uomo che tiene particolarmente alla sua rispettabilità e che adora e coccola il figlio, Chris (Christopher Mintz-Plasse) a modo suo, viziandolo a più non posso, ma senza occuparsi troppo di lui, perché preso dai suoi innumerevoli impegni. Proprio dal passato di Frank emerge la scomoda figura di Damon Macready (Nicolas Cage), anche lui un supereroe “umanizzato”, Big Daddy, che ha addestrato la figlia undicenne Mindy (Chloe Moretz), trasformandola in una vera e propria macchina da guerra, Hit Girl. Big Daddy, ex poliziotto, farà di tutto per portare a termine la sua missione con l’aiuto di Hit Girl e di Kick-Ass, ma dovrà vedersela con le trappole di Red Mist, il figlio di Frank D’Amico che ha deciso di seguire la scia di Kick-Ass e diventare un supereroe insieme a lui. Matthew Vaughn, che presto sarà alla regia di “X-Men: l’inizio“, si trova alla sua terza prova dietro la macchina da presa, dopo “The Pusher” e “Stardust“, dopo essere stato produttore. Il risultato di “Kick-Ass” è assolutamente positivo ed ha ricevuto un’ottima accoglienza dalla critica. Realizzato con un budget di 28 milioni di dollari, come una pellicola indipendente, “Kick-Ass” sembra essere un film ben più costoso, considerando effetti speciali e tecnica quasi impeccabile, senza parlare di un’azzeccatissima colonna sonora ed un cast che fa scintille.
Lasciamo da parte Mark Strong, ancora una volta nei panni del cattivo, e Nicolas Cage, nei panni del vendicativo Big Daddy, che non necessitano di alcuna presentazione e passiamo ai nuovi volti del cinema. Avevamo già parlato molto bene di Aaron Johnson dopo averlo visto in “Nowhere boy“, poiché il ragazzo sembra promettere davvero bene. Rientra bene anche nella parte di Kick-Ass, un adolescente comune che sogna di fare qualcosa di grande e che si ritrova a vivere una situazione surreale, in compagnia di una stupefacente Chloe Moretz, classe 1997, che si trasforma in una sorta di Uma Thurman, quella combattiva e vendicativa di “Kill Bill vol. I“, a cui spesso ed in maniera evidente si è ispirato lo stesso Vaughn. Il film, infatti, ha inizio come la classica commedia liceale, ma prosegue come un degno film pulp, in pieno stile Quentin Tarantino, tra scene d’azione portate al limite e tanto sangue, che non guasta mai. “Kick-Ass” è stato più volte criticato proprio per il linguaggio volgare e le scene violente e per tale motivo è stato anche sottoposto a censura, ed è stato vietato ai minori di 14 anni. Big Daddy e la sua Hit Girl ricordano moltissimo Batman e Robin, anche se in questo caso rivisitati in maniera alquanto originale, e rappresentano quello che è l’elemento principale di tutto il film: la vendetta (esattamente come in “Kill Bil”). Vedetta e voglia di riscatto: il primo a volerla è Big Daddy, dopo aver trascorso molti anni in prigione da innocente; il secondo è Kick-Ass, che più che vendetta cerca riscatto, da buon nerd emarginato quale è; a cercare riscatto è anche Chris D’Amico, che cerca in qualche modo di attirare l’attenzione del padre, che non intende distogliersi dal suo lavoro, e quindi subentra due volte il rapporto padre-figlio; per concludere, a cercare la vendetta è la piccola Hit Girl, più ostinata e cazzuta che mai, è sicuramente il personaggio che più colpisce in tutto il film. Non passa inosservato nemmeno il ruolo che Matthew Vaughn dà alla tecnologia: telefonini e computer sparsi ovunque, centinaia di persone che si tengono aggiornate e in contatto perennemente online, la tecnologia ormai è parte integrante, indispensabile, della nostra vita e nel film il regista riesce a rendere perfettamente l’idea di quanto siamo schiavi di pc e derivati. Oltre a vendetta e rapporti personali, c’è sicuramente il tema della doppia identità: tutti nascondono un altro lato di sé, a partire da un ragazzino imbranato e goffo in tuta, che non ha mai dato un pugno in vita sua. A fare da sottofondo alle assurde vicende dei nostri particolarissimi eroi, c’è una colonna sonora degna di nota, che spazia dai brani di Mika e The Pretty Reckless ai Prodigy, Elvis Presley e Joan Jett, senza lasciare nulla al caso e soprattutto tirando in ballo anche Ennio Morricone con “Per qualche dollaro in più”, tanto per capire il livello delle citazioni. “Kick-Ass” scorre benissimo e senza intoppi, tra battute sagaci e scene d’azione che fanno di questo film un ottimo prodotto che sarebbe stato davvero un peccato non vedere in Italia.