Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Gennaio 22nd, 2015 | by sally
0Si chiude con “Curtain Call” la quarta stagione di “American Horror Story” che ci ha portato all’interno del “Freak Show“. Si chiudono le tende dello spettacolo di Elsa Mars (Jessica Lange) ed ecco che si possono tirare le somme di questa stagione in cui Ryan Murphy forse non ha dato del suo meglio. Da qui in poi SPOILER in arrivo!
In ogni stagione di “American Horror Story” siamo stati abituati a dire addio velocemente a molti personaggi ma questa volta gli sceneggiatori si sono davvero impegnati. Il “Freak Show” era partito con degli ottimi presupposti, tanto da lasciar pensare che sarebbe stata la stagione migliore in assoluto, per poi perdersi nella totale confusione subito dopo la morte di Twisty. Da lì in poi è stato introdotto il personaggio di Dandy (Finn Wittrock) che ha subito affascinato il pubblico, mettendo in mostra un nuovo talento ed un personaggio quantomai intrigante oltre che ricco di potenziale. Ma che non è stato sfruttato a dovere, come del resto l’intera storia e gli altri personaggi.
Ryan Murphy in questo caso ha chiuso “Freak Show” in maniera un po’ forzata, sembrava che non ci fosse una vera e propria direzione prestabilita e che dopo aver tentato di andare da una parte e dall’altra, la conclusione più naturale che sia saltata in mente sia stata quella di chiudere la baracca in maniera frettolosa, senza curare troppo i dettagli, mandando all’aria un lavoro che avrebbe potuto ripetere il successo delle stagioni passate.
Considerate i primi minuti di “Curtain call“, Dandy non apprezza la ribellione dei freak e da bravo bambino viziato quale è, decide di farli fuori tutti in una volta. Si salvano solo Desirée (Angela Bassett), le gemelle Bette e Dot (Sarah Paulson) graziate per i sentimenti che Dandy prova nei loro confronti e Jimmy (Evan Peters), perché fortunatamente non si trovava al circo. Ecco la prima mossa frettolosa, che tanto l’andazzo si era capito già dall’episodio precedente in cui un altro bel personaggio, quello di Neil Patrick Harris, se n’è andato in maniera eccessiva in pieno stile AHS ma poco curata, quasi forzata, come una cosa improvvisata per rattoppare.
L’altra parte dell’episodio racconta la vendetta dei sopravvissuti nei confronti dei freak, mentre tutto il resto è incentrato sulla storia di Elsa Mars. Così c’è un salto temporale fino al 1960, si passa a Hollywood e scopriamo che Elsa ha finalmente realizzato il suo sogno, con il suo programma televisivo ha raggiunto il successo conquistandosi una stella sulla Walk of Fame ma rimane comunque insoddisfatta, perché non ha mai vissuto il vero amore. Anche Massimo Dolcefino (Danny Huston), l’uomo che l’ha riportata alla normalità, sta per dirle addio e il suo passato è ormai venuto a galla. Assistiamo così al ritorno di Edward Mordrake (Wes Bentey) che però decide di “graziare” Elsa per le sofferenze vissute e la donna finisce nel paradiso dei freaks, dove ritrova i suoi vecchi amici, i suoi unici affetti. Il tutto con un nuovo omaggio a David Bowie (Heroes) e la conclusione che riporta a “Life on Mars” e Jessica Lange sul palco.
L’unico personaggio ad avere ricevuto un po’ di clemenza, insieme agli altri sopravvissuti: Jimmy aspetta un figlio dalle gemelle Bette e Dot e Desiree finalmente ha realizzato il sogno di diventare mamma al fianco di Angus. Un happy ending in piena regola, con un pizzico di esagerazione che fondamentalmente non stupisce, se andiamo a pensare agli alieni di “Asylum” e la conclusione di quella seconda stagione, con la terza e la prima che la seguono a ruota.
I collegamenti con “Asylum” nel corso di “Freak Show” sono stati ben chiari (l’episodio dedicato a Pepper è commovente, spiazzante e il più bello dell’intera stagione) ma quel che non è chiaro è quanto accadrà nella quinta stagione, che attendiamo ora più che mai sperando in una ripresa della sceneggiatura, di un ritorno alle storie ben costruite e con un obiettivo definito da raggiungere. Sperando che ci sia ancora una volta la splendida Jessica Lange, ovviamente.