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Ben Affleck dietro la cinepresa per “L’Ombra dello Scorpione”

L’attore e regista Ben Affleck torna dietro la macchina da presa con un nuovo film. Sembra proprio che si trovi a capo della sceneggiatura e della regia dell’adattamento cinematografico del libro “The Stand”, scritto nel 1978 da Stephen King, in Italia conosciuto come “L’ombra dello Scorpione”. La notizia è stata pubblicata proprio oggi dal Deadline, che smentisce le aspettative che già da qualche mese vedevano il favorito della Warner Bros., David Yates come regista, e Steve Kloves come sceneggiatore del film. Eppure sembra proprio che la Warner abbia preferito il regista di “Gone Baby Gone”, “The Town” e “Argo” al team della saga “Harry Potter”.  Dopo aver diretto thriller, film d’azione e spionaggio dimostrando un gran talento, Affleck si trova ora a fare i conti con un materiale incredibilmente vasto come quello di King, e con un taglio decisamente fantasy. E’ probabilmente una scelta azzardata da parte della Warner, ma forse Affleck potrebbe rivelarsi più intrigante rispetto a Kloves.

Ben Affleck | © Kris Connor / Getty Images
La vicenda è ambientata in un futuro post-apocalittico, in cui un’arma batteriologica, un virus uscito al controllo dell’uomo, ha sterminato la maggior parte della popolazione del Nord America (e presumibilmente del mondo). Assistiamo poi ad un intreccio delle odissee di alcuni sopravvissuti. Alcuni di essi formano un gruppo, la Zona Libera”, legato insieme da un sogno. Il leader spirituale della “Zona Libera” è una donna di colore centottenne nota come  ‘Mother Abagail’ che guida il gruppo secondo ideali di ugualianza e di democrazia. Altri sopravvissuti seguono, invece, un’entità malvagia, un demone, un Uomo Nero. Si tratta di Randall Flagg,  già anti-eroe nel romanzo “La Torre Nera”, sempre di King. Qui lo vediamo nei panni di una sorta di anti-cristo, ritenuto mandato da diavolo (o forse si tratta del diavolo in persona), che regna con tirannia sulla parte ovest degli Stati Uniti. Quando questi due gruppi di profughi vengono a conoscenza l’uno dell’altro, si vedono reciprocamente come un pericolo per la propria sopravvivenza. Il tutto da origine a un dualismo, una lotta tra Bene e Male. Non mancano riferimenti cristiani, e nemmeno la morte del malvagio grazie all’intervento di un essere superiore che lo sconfigge, liberando così i profughi dall’incubo che li aveva tormentati. Riuscirà Affleck a portare tutto questo materiale sul grande schermo?

Giuliana Cernuschi

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