Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Maggio 10th, 2010 | by ila
0Lo scorso venerdì 7 maggio, in anteprima assoluta ai MIFF Awards 2010 di Milano, il regista e fotografo Carlo Bevilacqua ha presentato il suo documentario, “Big Sister Because of You”.
Si tratta di un progetto basato sul lavoro di backstage della fotografa ceca Hana Jakrlova, che nel 2005 decide di condurre un reportage fotografico all’interno del famoso bordello telematico di Praga, il Big Sister: un tempio del sesso virtuale dove i clienti possono fare sesso gratuitamente purché accettino di farsi riprendere durante le loro performance da web-cam e cameraman ed essere visibili in diretta su Internet. Il documentario si apre sulla voice over di Hana Jakrlova, mentre viene condotta in auto attraverso le strade notturne di Praga. La sua voce lieve e scandita in modo forzatamente lento contrasta con le immagini del Big Sister, molto più rapide, martellanti; così come creano un ricercato contrasto le riflessioni della fotografa, che tentano di scandagliare la realtà e di andare oltre la superficie, di contro all’aria vacua e fragile che si respira all’interno del bordello. Carlo Bevilacqua afferma di non volere dare alcun giudizio morale attraverso questo documentario, già acquistato da Current Tv, ma di proporre semplicemente una riflessione su come la realtà irreale di Internet abbia cambiato profondamente la nostra società persino nei suoi antri più intimi e privati, come quelli delle camere da letto e dei rapporti sessuali. Il racconto procede attraverso interviste ai protagonisti del Big Sister, come il direttore, i clienti e le prostitute, ma soprattutto tramite le immagini che riprendono la fotografa mentre s’introduce nelle stanze private e osserva i vari incontri sessuali. La Jakrlova spiega come sia stato difficile spiare le persone mentre facevano l’amore e di come provasse un ambiguo miscuglio di eccitazione e disagio. Ciò che maggiormente interessava alla fotografa e al regista era analizzare come le persone si rapportavano alle telecamere. Ciò che più importava sia ai clienti sia alle ragazze era la possibilità di esibirsi, di dichiarare apertamente la propria sessualità, di sapere di essere trasmessi in tutto il mondo in tempo reale. Hana Jakrlova riguarda e osserva nei dettagli le proprie fotografie stampate in un formato molto grande e a colori, per cogliere il vero senso che si nasconde dietro questa realtà e viene colpita da un uomo in particolare, il quale durante il rapporto sessuale fissa costantemente la sua immagine sul monitor. Il vero appagamento sembrerebbe derivare più dalla contemplazione di se stessi, le donne è come se non esistessero realmente e del resto i loro volti sono spesso quasi privi di emozioni. Hana Jakrlova prova una grande solidarietà verso queste donne, nelle quali avverte un grande senso di solitudine. Il Big Sister non è altro che un’ennesima manifestazione di come Internet renda il confine tra reale e virtuale ancora più sottile, ancora più ambiguo: anche il rapporto sessuale si trasforma in un meccanismo dove nulla è reale dal punto di vista delle emozioni, ma è tutta una grande finzione che si autoalimenta. I veri piaceri che appagano i frequentatori del Big Sister non sembrano derivare dal sesso, quanto piuttosto da due tipi di gratificazione strettamente legati all’utilizzo del Web: il voyeurismo sfrenato e il senso di appartenenza a una community. Tanto che, in futuro, i dirigenti del Big Sister si propongono nuove sfide sulla rete: chat, votazioni interattive, programmi live lanciabili direttamente sui cellulari con tecnologia 3G e nuove intriganti proposte sessuali, come gli scambi di coppia o il “vergine del mese” che verrà iniziato dalle loro ragazze ai piaceri del sesso. “Big Sister Because of You” è indubbiamente un documentario interessante dal punto di vista dei contenuti, che racconta una realtà originali e imbarazzante, svelando gli effetti più contraddittori e seducenti di Internet. Dal punto di vista estetico però il film risulta un po’ troppo cantilenante, ripetitivo e anche l’utilizzo delle musiche non aiuta. Ciò che veramente trionfa è la bellezza delle fotografie di Hana Jakrlova, che pur se basate su una realtà spesso volgare e vacua, riescono a cogliere dietro la superficie patinata e psichedelica del Big Sister emozioni, sentimenti, paure, tristezze e tenerezze che all’occhio umano sembrano essere irrimediabilmente precluse.