Recensioni Con gli occhi dellassassino

Published on Maggio 13th, 2011 | by sally

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Con gli occhi dell’assassino: la recensione

Con gli occhi dell’assassino: la recensione sally
Voto CineZapping

Summary: Non è una memorabile opera thriller-horror, ma non è comunque da scartare in quanto opera prima di Morales, che è stato in grado di dare vita ad un crescendo di ansia e suspense che difficilmente oggi si riesce a ricreare.

3

Buon Film


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In questi ultimi anni i registi spagnoli stanno dimostrando una certa propensione per l’horror, che non delude affatto le aspettative. Lo stesso discorso vale per l’esordiente Guillem Morales, che ha dimostrato le sue grandi doti dietro la macchina da presa alla sua prima prova cinematografica, il thriller “Con gli occhi dell’assasino“, supportato da Guillermo Del Toro alla produzione, quindi un’ulteriore garanzia.

Con gli occhi dellassassino

Con gli occhi dell’assassino

Per qualche misterioso motivo, il titolo originale “Los ojos de Julia” (Gli occhi di Julia) in Italia non è stato apprezzato, seppure più pertinente. Nel cast troviamo la grande attrice spagnola Belén Rueda nel doppio ruolo di Julia e Sara, due gemelle affette da una particolare malattia che lentamente le rende cieche. Quando Sara viene trovata impiccata nella sua casa, Julia fa ritorno dalla sorella ed è certa che non si tratti di un suicidio, al contrario di tutti gli altri. Tutti pensano, infatti, che Sara si sia suicidata a causa della sua malattia, che lentamente inizia a colpire Julia, ma quest’ultima decide di mettersi alla ricerca degli indizi necessari per scoprire cosa è realmente successo alla sorella. Ad aiutarla, c’è il marito, lo psicologo Isaac (Lluìs Homar). Man mano che Julia si avvicina alla soluzione, la strada si fa sempre più pericolosa, soprattutto perché la sua malattia degenera e la donna si ritrova letteralmente a brancolare del buio, incapace di arrendersi, nonostante le pericolose minacce che avanzano nelle tenebre. “Con gli occhi dell’assassino” di certo non è una memorabile opera thriller-horror, ma non è comunque da scartare e va tenuta in considerazione in quanto opera prima di Morales, che è stato in grado di dare vita ad un crescendo di ansia e suspance che difficilmente si riesce a ricreare, oggi come oggi. Ogni cliché del genere è stato ormai svelato, tant’è che senza fenomeni paranormali e scene splatter, è davvero difficile tenere lo spettatore incollato allo schermo. Morales invece si avvale di più fattori che vanno a suo sostegno, a partire dall’ottima fotografia di Oscar Faura, che si muove a suo agio tra buio e luce, confondendo lo spettatore fino al punto giusto. Di certo non mancano le pecche, i buchi e le incoerenze, che passano inosservate dal momento in cui chi prende visione del film si concentra totalmente sulle vicende della protagonista e sviluppa la propria ansia e un vero e proprio senso di claustrofobia insieme a lei, quasi avvertendo il suo stesso senso di cecità e smarrimento. Merito anche dell’interpretazione di Belén Rueda, una delle migliori attrici in circolazione nel panorama cinematografico spagnolo. A farle da spalla, c’è anche Lluìs Homar che, guardacaso, interpretava proprio il cieco ne “Gli abbracci spezzati” di Pedro Almodovar. Risulta abbastanza convincente anche Pablo Derqui, che rilancia il tema della paura dell’oscurità e del bisogno di ognuno di noi di non passare inosservato. A rendere ancora più angosciante la pellicola, sono le inquadrature “mozzate”, che spesso e volentieri nascondo i volti degli interlocutori di Julia. Guillem Morales, quindi, supera la prova, anche se non a pieni voti, anche perché riesce a garantire, seppure minimamente, il colpo di scena sul finale, materiale che latita da tempo ormai dalle sale cinematografiche. Come già detto, è davvero difficile riuscire a ricreare trame originali e capaci di intrattenere lo spettatore, angosciarlo e spaventarlo, portarlo ad immedesimarsi nello sfortunato protagonista. Nonostante la trama a volte rimanga incastrata in scene superficiali ed in situazioni che non sempre seguono perfettamente il filo conduttore della storia, “Con gli occhi dell’assassino” non è di certo l’opera peggiore vista in tempi recenti.

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