Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Marzo 17th, 2012 | by alessandro ludovisi
0Il 13 gennaio del 2012, intorno alle 21:40 (orario italiano) l’Italia e il mondo intero sono stati sconvolti dalla notizia dell’incidente marittimo in cui è rimasta coinvolta la Costa Concordia, una delle navi di proprietà della Costa Crociere comandata dall’ormai tristemente noto Francesco Schettino. Salpata da Civitavecchia per un giro del Mediterraneo, aveva a bordo più di quattromila persone: 25 tra loro non sono mai più tornate a casa a causa di una brusca manovra che ha provocato un impatto devastante contro uno scoglio nelle acque dell’Isola del Giglio. Settanta metri di squarcio sul lato sinistro della nave sono stati sufficienti per il suo arenamento.
“Concordia: io c’ero” è il racconto, della durata di cinquanta minuti, dei fortunati superstiti di quella notte, una crociera che non dimenticheranno mai poiché, come ricorda uno di loro, “era come nel film di Titanic, ho vissuto le stesse cose successe nel film”. Il documentario inizia con alcune testimonianze e uno dei primi ricordi è proprio quello su Schettino (a 51 anni uno dei comandanti più giovani della Costa Crociere), descritto come un tipo “gentile” che poco prima del naufragio era a cena con alcuni ospiti della nave in compagnia di una signora. Tramite alcune immagini computerizzate viene mostrato il momento dell’impatto con la spiegazione della inconsueta manovra effettuata, la ormai tristemente celebre “manovra inchino”, secondo molti una prassi per omaggiare gli abitanti dell’isola. Un cambio di rotta mortale.
Il documentario ripercorre quindi i drammatici momenti vissuti dai passeggeri, alcuni, nonostante tutto, hanno trovato la forza e il coraggio di effettuare delle riprese. Questo ci rende partecipi del momento e mai come in queste situazioni, “una immagine vale più delle mille parole spese”. Le urla, i pianti dei bambini, passeggeri spaesati con la triste consapevolezza che il salvataggio sia legato – esclusivamente – alla posizione durante l’impatto. Lascia perplessi e fa rabbia il constatare come le operazioni di salvataggio non siano state celeri ma più che altro mascherate fino all’ultimo. Nonostante l’inclinazione innaturale della nave e un black out – mostrato con le immagini di un videofonino – il Comandante ha aspettato circa quindici minuti prima di avvisare la compagnia, mentre a bordo dilagava il panico. Secondo il Professore Ed Galea, della Università di Greenwich, una volta urtato lo scoglio sarebbe stato più prudente avvisare i passeggeri e iniziare le operazioni di salvataggio: “ogni secondo può essere decisivo”, secondo la sua autorevole opinione, confermata da un ex comandante della famosa Queen Elisabeth II, Nick Bates.
“Concordia: io c’ero”, andato in onda sulla TV a pagamento SKY, racconta le ultime ore prima dell’affondamento, e lo fa attraverso attraverso il racconto dei numerosi passeggeri i cui interventi sono alternati dalle immagini amatoriali girate dagli stessi. Non mancano esperti autorevoli che con il loro punto di vista accentuano – se possibile – le responsabilità del Comandante della nave nella gestione delle operazioni di salvataggio. Nel corso del documentario sarà possibile ascoltare la famosa conversazione tra Schettino e il capitano Gregorio De Falco.
Ci vorrà del tempo per dimenticare, venticinque persone hanno perso la vita, e nonostante le prevedibili controversie giuridiche vi consigliamo la visione di questo prezioso documento poiché è solo attraverso la voce e le immagini dei sopravvissuti che è possibile – in minima parte – comprendere la portata di questa immane tragedia.