Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Aprile 30th, 2011 | by sally
0Summary: Il ritratto di un mondo triste che sembra non regalare prospettive ai suoi protagonisti, se non per il dovuto lieto fine.
Elisabetta Rocchetti esordisce con il suo primo lungometraggio, costatole tanta fatica e tanti sforzi per i troppi “no” ricevuti e le porte sbattute in faccia, ma non sembra essere il più promettente dei lavori. Considerate le buone intenzioni, lasciamo ancora largo spazio di esprimersi alla regista che però alla sua opera prima, non convince quanto basta da essere considerata un grande talento.
“Diciottanni, il mondo ai miei piedi” racconta la storia del giovane Ludovico, un ragazzo che ha appena compiuto diciotto anni ma che non vive come dovrebbe la sua adolescenza. Ludovico è orfano e passa ogni notte in un letto diverso, avvalendosi del fascino che è capace di esercitare sulle numerose donne che costellano la sua vita. A prendersi cura di lui, invece, c’è uno zio tossicodipendente e vittima del gioco. Ludovico seduce la sua insegnante di latino e perfino la madre del suo migliore amico, ma il vero amore lo conosce solamente conoscendo Giulia, l’amante dello zio. Sarà proprio lei a fargli aprire gli occhi e Ludovico finalmente capirà come vivere la sua vita, da diciottenne. L’intento di Elisabetta Rocchetti, che nel film troviamo nei panni di Giulia, è proprio quello di raccontare un vuoto affettivo mai colmato, che Ludovico, interpretato da Marco Rulli, cerca di riempire con il sesso. Ma si sa, quello di cui si ha realmente bisogno non è lo sfogo fisico, ma il sentimento, e Ludovico impara a conoscerlo solamente quando vede Giulia. Visto nel 2008 in “Ti Stramo – Ho voglia di un’ultima notte da manuale prima di tre baci sopra il cielo” è rimasto intrappolato nella brutta copia di Riccardo Scamarcio e “Diciottanni – Il mondo ai miei piedi” non è di certo il film capace di rendergli giustizia. La Rocchetti ci racconta un mondo triste che sembra non regalare prospettive ai suoi protagonisti, se non sul finale, perché è dovuto, in fondo, un lieto fine. Ma la panoramica della regista ci mostra donne frustrate, uomini privi di coraggio e adolescenti travagliati. E’ proprio il caso di Ludovico, anima instabile che salta da un letto all’altro senza sapere cosa sta cercando realmente: intorno a lui ruotano le figure di diverse donne, a partire dall’insicura insegnante di Latino che spera di scoprire qualcosa di Ludovico attraverso i compiti in classe e che ha la necessità di sentirsi amata; poi c’è Giulia, che da tempo ormai attende che l’uomo che ama lasci la moglie per stare con lei, quello dell’amante che aspetta è ormai diventato un cliché. Le donne descritte dalla regista sembrano essere tutte disposte a stare con qualsiasi uomo pur di non sentirsi sole e gli uomini, invece, di una donna sola non si accontentano mai: necessitano dell’ovile a cui far ritorno, ma anche di evasione, quando quell’ovile diviene troppo stretto. Anche a causa del basso budget, “Diciottanni – Il mondo ai miei piedi” rimane un’opera scarna, fatta di dialoghi poco efficaci e troppi silenzi, scene prive d’effetto e poco approfondimento, che rende la storia quasi vana e non delinea quelli che sarebbero dovuti essere i veri sentimenti di Ludovico, che finisce per apparire come un ragazzo annoiato che cambia continuamente donna per far passare il tempo.