Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Settembre 10th, 2011 | by johnbuckley
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Falling Skies, prodotta dalla Dreamworks di Spielberg, ci butta subito nel bel mezzo dell’azione, lasciando ad un suggestivo prologo realizzato da disegni infantili tutto il racconto dell’invasione aliena. Proprio così, Spielberg torna a parlare di alieni in tv – l’aveva già fatto con Taken – ma purtroppo il risultato, dopo un promettente episodio pilota, non è quello sperato.
Al centro del racconto c’è la storia di Tom Mason (interpretato da Noah Wyle), ex professore di storia all’Università di Boston, che, insieme ai figli Hal e Matt, fa parte di un gruppo di resistenza nel reggimento Secondo Massachusetts. Ben, il terzo figlio, è da settimane tenuto prigioniero dagli alieni, che rapiscono e schiavizzano i bambini e i ragazzi grazie a un congegno impiantato nelle loro colonne vertebrali. Tom farà di tutto per riprendersi suo figlio e liberarlo dall’influsso di quel congegno che rende i ragazzi impiantati degli zombi senza volontà alla mercè degli alieni, soprannominati skitter. Il problema è che ogni volta tentano di estrarre il congegno, l’ospite muore. Falling Skies non è certo una rivoluzione nel genere “alieni in tv”. Sarebbe meglio definirla una Guerra dei mondi in piccolo, spalmata in dieci episodi, con aspetti convincenti e altri molto meno. Convincono gli interpreti, tutti ottimi: è sempre un piacere rivedere Noah Wile, il mai dimenticato dottor John Carter di ER, così come la bella Moon Bloodgood, che interpreta la ex pediatra ora Dottoressa dell’intero Campo Anne Glass. Anche gli effetti speciali sono buoni, e si muovono sulla scia di District 9, delineando un mondo post invasione desolato e minaccioso. La regia è affidata a solidi professionisti – l’episodio pilota è stato diretto da Carl Franklin (Out of Time, High Crimes – Crimini di stato) – per cui la serie non annoia, appoggiandosi ad una regia classica ma funzionale. Qui finiscono le note positive. Infatti, nelle prime sei puntate viste in Italia fino ad ora, c’è qualcosa che non torna. Troppa retorica (che è sempre stata il tallone d’achille di Spielberg), troppo buonismo famigliare. Nel corso delle sei puntate la tensione latita, la sceneggiatura non osa e si affida a congegni straabusati e personaggi stereotipati. Rimane fino ad ora il mistero su questa razza di alieni invasori e cattivissimi, ma è troppo poco per tenere desta l’attenzione, far appassionare ai personaggi e rendere l’attesa insostenibile tra una puntata e l’altra. Non annoia ma non coinvolge. Vedremo come prosegue la storia, che intanto è stata rinnovata in America per una seconda stagione, anch’essa di 10 episodi. Di Falling skies è disponibile anche un prequel a fumetti, composto da ben 16 capitoli, visionabile sul sito della Fox. [starreview tpl=16]