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Giffoni Film Festival: Dario Argento contro Federico Zampaglione

In molti hanno definito Federico Zampaglione l’erede di Dario Argento e il responsabile di una rinascita, positiva, del cinema horror italiano.

Dario Argento però non ha apprezzato le affermazioni, continuando a sostenere di non vedere un successore nell’attuale panorama cinematografico italiano. Al Giffoni Film Festival il regista di “Profondo Rosso” ha colto la palla al balzo per ribadire il suo pensiero, esprimendo il suo disappunto nei confronti del cantante dei Tiromancino, che con “Tulpa” è arrivato al suo terzo lavoro da regista:

Si crede il mio erede, ma non c’entra niente con me.

Una volta venuto a conoscenza dell’accaduto, Federico Zampaglione ci ha tenuto a chiarire la sua situazione. In effetti, è stata quasi sempre la stampa a paragonarlo al celebre regista, il frontman dei Tiromancino ha scritto un messaggio pubblicato sui social network:

Dario Argento al Giffoni Film Festival | © Stefania D’Alessandro / Getty Images

Caro Dario

Mi e’ dispiaciuto molto leggere certi tuoi commenti pubblici su di me. Pertanto credo sia giusto risponderti pubblicamente. Io non ho mai creduto di essere il tuo erede , questa cosa e’ stata invece spesso affermata da giornalisti, fans , siti , festivals e riviste in tutto il mondo. Io pero’ non ne ho colpa. In ogni caso vorrei dirti che non mi considero affatto al tuo livello, tu sei una leggenda mentre io sono solo un musicista- regista appassionato di horror , che sta cercando di dare il suo contributo ad un genere che in Italia oggi vive un momento difficile. Al di la’ di questo, la tua dichiarazione , che mi mette in una luce arrogante, mi amareggia soprattutto perche’ oltre ad un maestro, ti ho sempre considerato un amico ed una persona di buon cuore. Non me lo aspettavo e sinceramente per quanto mi sforzi, non riesco a capire il motivo di questa tua improvvisa esternazione.

Con affetto e stima sincera

Federico

Il Giffoni Film Festival sta vivendo un’edizione ricca di polemiche, soprattutto dopo le affermazioni di Giovanni Allevi che hanno fatto infiammare il pubblico. Il pianista ha paragonato Jovanotti a Beethoven:

Un giorno ho capito che dovevo uscire dal polverone e cambiare approccio con la musica, anche se si trattava di quella classica. Stavo ascoltando a Milano la Nona Sinfonia di Beethoven. Accanto a me un bimbo annoiato che chiedeva insistentemente al padre quando sarebbe finita. Credo che in Beethoven manchi il ritmo, io ho capito cos’è solo con Jovanotti. Nei giovani manca l’innamoramento nei confronti della musica classica proprio perché manca di ritmo.

sally

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sally

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