Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Giugno 15th, 2016 | by Alessandro Testa
L’articolo contiene +++SPOILER+++ sulla puntata 12 di Gomorra 2 (“La fine del giorno”), pertanto se non l’avete ancora vista vi sconsigliamo di proseguire la lettura.
Simonetta Lamberti, anni 11. Uccisa durante un attentato da un sicario della camorra insieme al padre magistrato, Alfonso Lamberti.
Giuseppe Di Matteo, anni 16. Figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, ex mafioso. Rapito tre anni prima dai mafiosi nel tentativo di zittire il padre, viene strangolato e disciolto in una vasca di acido nitrico.
E ancora. Nicola Campolongo, detto “Cocò”, anni 5. Arso vivo insieme al nonno, Giuseppe Iannicelli, legato alla cosca degli zingari che gestisce il traffico di droga.
Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta. Qualunque nome e geografia vogliate dargli, la sostanza non cambia. I bambini vengono toccati dalla malavita, se necessario.
“Gomorra – La Serie” è una fiction, ma non parla di finzione. Può romanzare, a volte, ma si basa su fatti reali, su ciò che accade. E hai voglia a urlare che non è vero, che questo non succede, che “i mafiosi hanno un codice d’onore”. Se c’è da raggiungere un obiettivo, ci si attacca a tutto. Anche alle “creature“.
Gelsomina Verde vi dice niente? Puntata 9 della prima stagione: Ciro Di Marzio vuole trovare Danielino, unico testimone del suo tradimento ai Savastano, ma l’unico che può essere dove si trova è Manu, la sua fidanzatina. Dopo una notte di torture, la uccide bruciandone il corpo (marchio di fabbrica di Ciro). Il riferimento era a fatti realmente accaduti, nulla di inventato.
E così è anche stavolta, che ci piaccia o no.
Gomorra – La Serie ha trovato uno stile tutto suo: affascinante, ma spietato. Ha raccolto l’eredità del Trono di Spade – serie tv che fa degli shock un suo cavallo di battaglia – ma se possibile è ancora più emotivamente devastante. Ti accoglie in un abbraccio letale, ti stritola in una morsa che inizialmente sembra accudirti, riscaldarti e poi ti lascia senza fiato fino a toglierti il respiro. E ti costringe a chiederti: ma io davvero ho creduto nella bontà di uno solo di questi personaggi?
Frasi cult, tempra, forza d’animo, coraggio. Abbiamo riversato sopra Ciro, Conte, Genny o Don Pietro delle particolari emozioni, forse colti quasi da una sorta di empatia. Dimenticandoci che, “diavolo, è Gomorra!“, dove tutti sono dei bastardi senza gloria, dove nessuno si ferma davanti a niente. Così si va in barba alle pagine fan che confondono l’ammirazione per i personaggi della serie con la mitizzazione dei loro comportamenti.
E allora avanti così, Gomorra, verso un’altra stagione. Con personaggi nuovi: tutto cambia, per non cambiare nulla. Senza Salvatore Conte, senza Don Pietro Savastano, ma con altri boss pronti a sostituirli. E’ un cerchio della vita… criminale.
Don Pietro si riprende tutto. Per prima cosa fa fuori Lelluccio, il figlio della carcerata Scianèl, poi cerca di far rinvigorire il mercato della droga nella sua zona, anche se è molto difficile vista l’azione repressiva delle forze dell’ordine.
Ciro sente la morsa di Don Pietro intorno al collo, e per sicurezza fa scortare la figlia dai suoi uomini. Ma il boss Savastano è spietato e dà ordine a Malammore di colpire Ciro nel modo più feroce: in un agguato, Malammore si trova faccia a faccia con la bambina dell’Immortale; la guarda, bacia la croce che ha al collo e le spara, uccidendola.
Gennaro Savastano, intanto, va a trovare il suocero, Don Giuseppe Avitabile, in carcere. L’uomo è molto provato e implora Genny di trovare chi è che l’ha tradito consegnandolo alla polizia. Il messaggio in codice ricorda molto lo scambio di battute che Don Pietro e Genny si facevano nella prima stagione. Solo che stavolta il figlio coglie l’antifona. Anche perché è proprio Genny ad aver fatto la soffiata alla polizia mandando in galera Don Giuseppe, allo scopo di ottenere il potere delle sue società.
Genny e Azzurra devono essere i numeri uno, non possono vivere in secondo piano. Azzurra è sconvolta dalla confessione del marito, ma è disposta a tradire il padre per il bene della sua nuova famiglia.
Adesso però Genny deve sistemare la faccenda del padre, a Secondigliano. Il ragazzo non concorda con i modi che ha Don Pietro di riprendersi il potere, ma questi si dice contento di aver finalmente vendicato sua moglie Imma. I due hanno l’ennesimo diverbio: il padre gli offre di lasciare Roma e tornare con lui, Genny vuole invece trattarlo come un normalissimo cliente a cui vendere al giusto prezzo la droga proveniente dall’Honduras.
Don Pietro può comunque consolarsi con Patrizia, una donna bella, affascinante e molto coraggiosa: il successore perfetto di Donna Imma. Ma Patrizia è titubante, non vuole essere la controfigura della moglie defunta. Ma ecco che Don Pietro le riconosce tutto quello che ha fatto per lui e blandendo un anello le giura eterno amore nonostante lui sia solo un “vecchio che si regge in piedi grazie al suo aiuto”.
Patrizia diventa a tutti gli effetti la nuova leonessa dei Savastano; lei che proprio quell’animale aveva tatuato sul braccio con orgoglio.
Ciro Di Marzio è distrutto. E’ finito tutto, ormai. Ai suoi ragazzi chiede di spartirsi i soldi rimasti in cassaforte e di andare ognuno per la sua strada. La morte della figlia l’ha messo definitivamente in ginocchio. “Ha vincit Don Pié“. Va a trovarlo Genny, il suo vecchissimo amico fraterno, ormai acerrimo nemico. Lo trova devastato, il suo corpo è solo un involucro di disperazione. Barba incolta, sguardo vuoto. “A questo punto…
…ti resta solo una cosa da fare
Gli dice Genny, porgendogli la pistola.
Don Pietro raggiunge da solo la cappella dove è sepolta sua moglie Imma chiedendole perdono per essersi trovato un’altra donna. In un’altra città, più precisamente a Roma, Azzurra sta per avere un bambino. Le si sono appena rotte le acque. Don Pietro sta per diventare nonno, Genny sta per diventare papà.
Nascita e Morte.
Nascita. Azzurra è in un letto d’ospedale in preda alle doglie, al suo fianco c’è suo marito Genny che le tiene la mano amorevolmente.
Morte. Don Pietro è nel cimitero, parla con sua moglie Imma.
Nascita. Azzurra spinge forte. E’ circondata da medici.
Morte. Uscito dalla cappella, Don Pietro trova Ciro con una pistola in mano, la stessa che gli ha consegnato Genny. Ciro è furente.
Nascita. E’ nato il bambino di Azzurra. Genny è appena diventato papà, Don Pietro è appena diventato nonno.
Morte. Pietro e Ciro si guardano.
– Uè, Ciru’
– Don Pié
– ‘A fine ro’ juorno sta tutta ‘ccà…
– Sta tutta ‘ccà.
Ciro guarda un’ultima volta Don Pietro, gli spara alla testa e si allontana. Malammore accorre, ma è troppo tardi.
Nascita. In ospedale Genny tiene in braccio il suo bambino. Gli chiedono come si chiamerà. Il papà non ha dubbi:
Pietro. Pietro Savastano.
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