Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Novembre 30th, 2017 | by Alessandro Testa
Come un angelo caduto negli inferi. Peggio, un mito caduto nell’oblio.
Ciro Di Marzio sprofonda negli abissi più profondi dell’inferno, dove il clima è siderale, la luce è opaca e il diavolo non accetta sorrisi. La terza puntata di Gomorra 3 fa luce sul destino dell’Immortale (Marco D’Amore), scappato alla fine della prima puntata dopo l’ennesimo colpo di reni, stavolta ai danni di Malammore, e giunto in Bulgaria.
Lì Ciro gestisce vari affari, ma fin da subito lo vediamo guidare un camion e litigare con un uomo. I due non sono d’accordo sul prezzo e sulla consegna, fino a quando Ciro stufandosi scarica la merce: esseri umani stipati in un anfratto del camion, alcuni vivi, qualcuno morto.
E’ una puntata di anime e corpi, dove Ciro assume il ruolo di traghettatore: un Caronte privo di sentimenti, che fa il suo lavoro senza fare domande. La sua è una dimensione infelice. Nel corpo trattiene mille diavoli che gli urlano tutto ciò che ha perduto, per mano sua o per mano d’altri. In ogni caso la sua vita è insulsa. Privo di umanità sfratta una coppia di anziani morenti da schifosi loculi in affitto per far posto a giovani prostitute. Nega a una ragazza una chiamata a casa fingendo di non capire.
Disinteressato a tutto, cianotico, ricurvo su se stesso. Ciro parla un discreto bulgaro, segno di essersi calato nel girone dell’inferno più lontano e nascosto con l’intento di restarci.
Scambia due chiacchiere con il nuovo boss nella sua palestra fatiscente e scopriamo che il ragazzo con cui ha litigato, Mladen, è il figlio dell’uomo. Mladen non è contento di Ciro. Non ha passioni, non beve, non scopa. Sembra che dentro di lui non ci sia rimasto più niente, che sia vuoto. Ma in realtà nel profondo sta covando un terremoto pronto a scuotere tutto.
‘O terramoto è vuler’ ‘e Dio, fa bene alla Terra, comme quanno ‘na persona sta male, e accumula, accumula finché o se libera e sfoga, o more! Pecciò ‘o terramoto è ‘na cosa buona! (S01 E09)
La prima scossa sismica inizia quando alcuni napoletani vengono a trattare con Mladen un carico di cocaina e a Ciro viene chiesto di verificare che siano a posto. L’Immortale, però, ha un nuovo codice d’onore e di paura: niente italiani. Il ragazzo però insiste e gli dice di fare il suo lavoro senza discutere. Senza farsi vedere Ciro scopre che gli italiani stanno usando soldi falsi, pertanto consiglia a Mladen di far saltare l’affare. Questi però si infuria con lui e sospettosamente gli ripete, offendendolo, di starsene al suo posto.
Ciro ha un accenno di esasperazione. Conosce il gruppo di napoletani e beffandoli rimane da solo con il loro capo, Enzo, detto “Sangue Blu” (Arturo Muselli), e minacciandolo ci scambia due paroline.
Il giorno dopo Ciro si presenta da Valentin, il padre di Mladen e gli rivela cosa ha scoperto dai napoletani: la truffa dei soldi falsi era stata organizzata proprio da Mladen, all’unico scopo di addossare la colpa a Ciro e farlo fuori. Il boss sembra sorpreso, ma Mladen è sangue del suo sangue. E Ciro, pur essendo un suo prediletto, non è nessuno. Valentin fa un segno alle sue spalle, ma questi si volta in tempo e riesce ad ammazzare lo scagnozzo e il suo boss.
La scossa sismica è al suo massimo. Il terremoto è iniziato e le viscere della terra vengono fuori.
Ciro si presenta nella reggia di Mladen ed è deciso a vendicarsi. L’uomo è veloce, ma l’Immortale spara per primo. Con il figlio del boss ucciso c’era una giovane ragazza albanese, sua schiava sessuale preferita. La donna è nuda, innocente e spaventata. Un angelo dalla pelle chiara piombato nell’inferno. Un dejavù che Ciro porta con sé, oltreconfine, in Albania. Un viaggio di silenzi e speranza fino a lasciare la ragazza in un autogrill, finalmente salva, con un po’ di soldi e un cellulare per chiamare a casa.
Ciro ha compiuto un piccolo passo in avanti, che anche se non porterà verso la redenzione, per il momento lo allontana per un attimo dall’inferno. Quello bulgaro, almeno.
I riassunti delle passate stagioni: Gomorra; Gomorra 2.