Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Luglio 6th, 2012 | by Andrea Lupia
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“I tre moschettieri” è il film del 2011 diretto da Paul W. S. Anderson ed interpretato, fra gli altri, da Milla Jovovich, Orlando Bloom e Christoph Waltz.
La pellicola è solo l’ultimo di una miriade di adattamenti cinematografici che si sono susseguiti (con alterne fortune) nel corso degli anni, dell’opera letteraria omonima del 1844 scritta dal prolifico scrittore Alexandre Dumas. Adattamenti che sin dal primo (“I tre moschettieri del 1909″) hanno catturato l’immaginario di intere generazioni, andando a costituire il tassello fondamentale (se non la chiave di volta vera e propria) di un intero genere, quello dei film “cappa e spada”.
Il film si svolge all’epoca di Luigi XIII (interpretato da Freddie Fox) e nonostante tutta una serie di libertà narrative ed inesattezze storiche, non si sbilancia mai del tutto verso il marasma in cui facilmente si rischia di cadere quando si operano scelte radicali, come in questo caso. I Moschettieri erano un corpo scelto di Sua Maestà e quindi erano certo implicati in vere operazioni segrete e spionaggio, ma nel film di Anderson, tutto viene spinto all’eccesso, producendo un effetto straniante per nulla spiacevole.
Applicando infatti il gusto moderno e l’approccio “action” alla narrazione (elaborate coreografie per i combattimenti, esplosioni, strani ed improbabili marchingegni, altre esplosioni, atteggiamenti moderni ed ancora esplosioni) si è riusciti ad andare al di là del semplice “Mission: Impossible” d’altri tempi. Orlando Bloom (nel ruolo del Duca di Buckingham) è felino e sicuro di se, estremamente divertente nel suo prendere in giro senza pietà le insicurezze del giovane sovrano francese (irresistibili le piccole gag inerenti l’abbigliamento e la moda). Milla Jovovich sembra estremamente a suo agio in un ruolo più allegro ed interessante del solito, una dark lady con il sorriso, anziché il personaggio che fin troppo spesso le viene richiesto, ossia la inespressiva macchina da guerra. Spiritosa e seducente, pericolosa ed assolutamente indipendente, mette nel sacco i suoi colleghi per buona parte del film, sia come personaggio che come interprete.
La vera star del film è però Christoph Waltz, che interpreta un formidabile Cardinale Richelieu. In passato il personaggio del Cardinale è stato spesso mostrato nella sua connotazione più oscura, in quanto (probabilmente) era impensabile riferirsi ad un membro della Chiesa (specie di alto rango) come a mente criminale dedita alla conquista del potere temporale. La potenza sia letteraria sia cinematografica del personaggio constava proprio in questo coraggio, questa malcelata accusa ai poteri ecclesiastici che da sempre sembrano più interessati a quanto di più terreno che non alla spiritualità ma, triste segno dei tempi, questa forza narrativa si è persa col tempo a causa della infinita sfilza di notizie spiacevoli riguardanti chiese, sette e chi più ne ha più ne metta, al punto che non ci si aspetta più nulla di buono da chi fa parte di organizzazioni religiose.
Waltz interpreta con maestria i personaggi negativi come il cacciatore di ebrei in “Bastardi senza gloria” di Quentin Tarantino proprio evitando di mostrarsi contorto ed oscuro. Anzi spinge di più sui comportamenti più normali, più comuni, emanando una carica di simpatia che, mescolata agli atti abominevoli di cui si macchiano i suoi personaggi, ha l’effetto di essere più credibile e spesso disturbante. Ne “I tre moschettieri” il tono non è ovviamente così oscuro, si tratta pur sempre di una gradevole e rumorosissima macchina da intrattenimento, ed il Cardinale Richelieu non è affatto fuori posto anzi offre sicuramente l’interpretazione migliore del film, al pari di quella di Mads Mikkelsen (nel ruolo del guercio Rochefort).
Disgraziatamente i protagonisti principali, pur essendo di tutto rispetto, vengono stritolati da colleghi più autorevoli, ma soprattutto più bravi. In particolare D’Artagnan (Logan Lerman), risulta davvero dimenticabile e questo è davvero grave per un film, tutto sommato riuscito e sicuramente tutto tranne che noioso.
Voto:
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