Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
È il giorno di Lars Von Trier al sessantaquattresimo Festival di Cannes. Il regista danese porta in concorso il suo ultimo film “Melancholia”. In concorso anche “Hanezu No Tsuki” di Naori Kawase, la regista forse più enigmatica del nuovo cinema nipponico. Grande attesa poi per “La Conquète” di Denis Podalydès, film che racconta la scalata al potere del presidente francese Nicolas Sarkozy, focalizzandosi principalmente sulla lunga attesa nella notte delle elezioni del 6 maggio 2007. “Melancholia” Provocatore e artista votato al culto della personalità e del proprio smisurato ego, se ce n’è uno, Lars Von Trier torna a Cannes, dopo aver sconvolto la Croisette due anni fa con il discutibile “Antichrist”, capace comunque di portarsi a casa un premio per la migliore interpretazione femminile attribuito a Charlotte Gainsburg. Film potente e controverso, come tutto il cinema di Von Trier, questo “Melancholia”. Un film che durante la proiezione per la stampa ha nuovamente diviso (esattamente come era capitato con lo splendido “The tree of life” di Terrence Malick) il pubblico degli addetti ai lavori. Grandi applausi, ma anche altrettanti grandi fischi e manifestazioni di dissenso.
Melancholia
Kirsten Dunst in Melancholia
Ho sempre amato l’idea di un prologo legato a un tema musicale. L’avevo già sperimentato in “Antichrist”.
Il regista ha inoltre spiegato l’influenza che il suo stato d’animo ha avuto nella stesura della sceneggiatura del film:
Durante le riprese di “Antichrist” sono stato male, ho passato davvero un brutto periodo. Stavolta invece mi sono divertito molto.
L’ idea di “Melancholia” risale a uno scambio di lettere tra il regista e Penelope Cruz, in cui l’attrice spagnola raccontava il proprio amore nei riguardi della piece del drammaturgo Jean Genet, “Le serve” e la volontà di ricavarne una trasposizione cinematografica. La Cruz avrebbe dovuto lavorare con Von Trier, ma è stata poi sostituita da Kirsten Dunst e l’idea del “Le serve” ha lasciato spazio ad una rivisitazione de “Le tre sorelle” di Anthon Cechov (qui ridotte a due) impregnata di una melanconia e di un pessimismo che sembrano aver conquistato, almeno in parte, la Croisette. Si attendono conferme dalla proiezione per il pubblico di questa sera. Non sembra comunque che ha Von Trier importi molto il consenso popolare, anche considerando certe incommentabili dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa:
Hitler mi è simpatico. Sto soltanto dicendo che capisco l’uomo. Certo, non è proprio quello che definiresti un bravo ragazzo, ma, sì, ho capito molto di lui e mi fa un po’ di simpatia. Su ragazzi, non sono mica per la seconda guerra mondiale. E non sono contro gli ebrei. Mi sento vicino agli ebrei, ma non troppo, perché Israele è un dito nel culo. Credevo di avere origine ebraiche e invece ho scoperto di essere un vero nazista. Ovviamente ha fatto molte cose sbagliate, assolutamente, ma riesco a immaginarlo mentre sedeva nel suo bunker quando tutto era finito.
Ogni ulteriore parola pare superflua.