Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Novembre 25th, 2013 | by alessandro ludovisi
0Summary: Asghar Farhadi porta ancora una volta in sala il suo talento raccontando le emozioni umane autentiche con facilità disarmante.
Dopo l’acclamato “Una separazione”, con il quale vinse l’Oscar per il miglior film straniero, Asghar Farhadi torna dietro la macchina da presa con “Il passato”.
Il film, ambientato nella periferia parigina, è interpretato da Bérénice Bejo, Tahar Rahin e Ali Mosaffa. Quest’ultimo ha imparato la lingua francese solo poche settimane prima dell’inizio delle riprese.
Ahmad parte dall’Iran in direzione Parigi per concedere il divorzio alla ex moglie Marie che, nel frattempo, ha ricominciato una nuova vita al fianco di Samir, la cui moglie è in coma. Marie inviterà Ahmad a dormire in casa, piuttosto che in albergo e sarà l’inizio di una girandola di emozioni umane su più livelli con protagonisti anche i figli di Marie, nati da due precedenti unioni della donna e Fouad, il piccolo figlio di Samir.
Pur ambientando il film a Parigi, Farhadi, anche autore della sceneggiatura, rinuncia alla estetica della capitale francese per prendere alloggio direttamente in periferia. Come se i sentimenti umani potessero deflagrare proprio in un ambiente anonimo e senza attrattiva.
Il passato racconta di emozioni umane autentiche, mai rarefatte e delicatamente messe in scena, quasi a non voler intaccare quel sottile equilibrio che lega pericolosamente i personaggi della storia. Eppure è solo una illusione. Una volta tranquillizzato lo spettatore, Farhadi lo azzanna famelico e lo trascina via in una vorticoso racconto famigliare a substrati, dove nulla è come sembra e dove ogni minimo indizio può costituire una prova. Gli attori sono come tasselli di un puzzle che sembra non volersi mai ricomporre e improvvise verità vengono a galla, alternandosi a indisturbati silenzi. L’ultimo tassello, quello mancante, sembra essere proprio nelle mani di Ahmad, nonostante sia l’ultimo arrivato. Improvvisamente ci accorgiamo che è lui il fulcro della storia e per risolvere il caso, senza distrarsi mai e facendo caso ad ogni piccolo e apparentemente insignificante dettaglio, abbiamo bisogno di lui.
Difficile lasciarsi alle spalle il passato quando il presente inevitabilmente ti costringe a tornare indietro. Ma, allo stesso tempo, è solo allora, quando tutto si fa decisamente più chiaro, che la luce del futuro si fa più viva e che rinasce la speranza. Anche nelle situazioni più ingarbugliate, anche nelle famiglie allargate. Anche nell’incredibile immaginario che il talentuoso regista iraniano riesce ogni volta a portare in scena. Con una facilità disarmante e dalla complessità inevitabile. Sia che si tratti di “Una separazione”, sia che si tratti di chiudere con “Il passato”.
Un gioiello