Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Febbraio 10th, 2011 | by sally
0Summary: Racconto tragicamente comico ma così genuino da suscitare il sorriso, senza mai risultare forzato.
“Into Paradiso” è un’altra di quelle pellicole che fanno sperare in una rinascita nel cinema italiano e che accrescono la fiducia nei confronti dei registi esordienti. Esordiente, infatti, è Paola Randi, che però per essere alla sua prima pellicola cinematografica dimostra di avere un gran talento ed una buona ispirazione.
Avvalendosi di un cast che funziona davvero molto bene, strappato alle pellicole “poco commerciali” ma di valore del nostro Paese, la Randi riesce a realizzare un film a basso costo ma di alta qualità, con trovate genuine ed azzeccate in ogni dettaglio. Alfonso (Gianfelice Imparato) è uno scienziato precario napoletano, un po’ troppo avanti con l’età per rimanere all’università a fare ancora ricerca. Infatti è una delle vittime dei tagli e viene licenziato, per cui si ritrova costretto a cercare aiuto altrove, senza più potersi dedicare alla cosa che più ama fare: studiare le cellule e scoprire di volta in volta il modo in cui comunicano. Alfonso è un uomo che oltre al suo lavoro non ha avuto nulla dalla vita. Vive sopra al cimitero, ricordando sempre la madre defunta attraverso una telenovela, “Palpitazioni d’amore” di grande successo. Gli viene consigliato di rivolgersi ad una vecchia conoscenza, un amico di infanzia adesso entrato in politica, Vincenzo Cacace (Peppe Servillo). Ma bisogna ricordare che siamo a Napoli e si tratta di politica: da questo connubio non viene fuori nulla di buono. Vincenzo Cacace deve rivolgersi a qualcuno al di sopra di lui e deve svolgere un piccolo “lavoretto” che decide di affidare proprio ad Alfonso in cambio di una raccomandazione all’università. L’ingenuo Alfonso si ritrova così coinvolto nelle questioni della malavita locale e finisce con il nascondersi in una fondaca popolata da srilankesi, dove incontra Gayan (Saman Anthony), vecchia gloria del baseball in Sri-Lanka, arrivato in Italia convinto di trovare il Paradiso. In realtà il Paradiso è il quartiere dove vive il fratello, in un’umile casetta e non nella villa di lusso in cui invece lavora come badante. Le vite di Alfonso e di Gayan si incrociano inesorabilmente e tra malintesi e situazioni d’imbarazzo, tra i due nasce una profonda e sincera amicizia. Per una volta Napoli finisce sul grande schermo per una commedia drammatica che sfocia in un happy ending. Per una volta il tema centrale, seppur presente, non è la camorra, nè tantomeno la spazzatura, ma il significato profondo dell’amicizia e dell’integrazione tra i popoli, tra due razze completamente diverse eppure così vicine ed unite. Sri-Lanka chiama Napoli, la città finisce per essere rappresentata come il calderone multietnico in cui la convivenza forzata non sempre deve essere negativa e da disprezzare, perché un uomo “un po’ più olivastro” o troppo “nocciola” potrebbe finire col salvarti la vita, mentre i tuoi compaesani ti stanno cercando per farti fuori.
Paola Randi costruisce sapientemente una sceneggiatura dinamica, ricca di piccoli colpi di scena e battute appropriate con diversi stili utilizzati all’interno dello stesso progetto, dando vita ad un “film dentro al film” usando dei siparietti surreali che scavano a fondo nella personalità del protagonista. Alfonso è cresciuto, ma rimane un ingenuo sognatore, e si isola dal resto del mondo con i suoi tappi nelle orecchie. Alfonso è un uomo che si ritrova con una pistola in mano, scopre il potere di persuasione dell’arma, pur senza saperla usare e rimanendo in ogni caso pulito fino alla fine. Viene accusato di essere “senza palle” ma dimostra di sapere tirare fuori al momento più opportuno, quello in cui la sua vita è maggiormente a rischio, in cui capisce che deve uscire allo scoperto, perché rimanere sotto la protezione della comunità cingalese non sarebbe sufficiente per salvargli la vita. “Into Paradiso” è l’incontro Italia-Sri-Lanka tra le strade pittoresche di Napoli, che fanno da sfondo in tutta la loro particolarità, senza bisogno di grosse aggiunte per rendere più efficace la fotografia. Paola Randi esordisce con un racconto tragicamente comico ma così genuino da suscitare il sorriso, senza avere intorno tutto il fasto delle trovate forzatamente comiche delle ultime uscite cinematografiche che hanno sfondato al botteghino. Molto probabilmente “Into Paradiso” passerà inosservato, ma per chi avesse voglia di vedere un film di buona qualità, semplice e pulito, rimane altamente consigliabile e rimaniamo in attesa di nuove sorprese da parte di questa abile regista.