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James Cameron contro le riconversioni in 3D

Ogni giorno Hollywood annuncia riconversioni in 3D dell’ultimo minuto su pellicole che sono già state girate in bidimensionale e giunte ormai allo stadio ultimo di post-produzione. Gli ultimi film a cui è recentemente toccata questa sorte sono stati “Il calabrone verde” (Michel Gondry) e “L’ultimo dominatore dell’aria” (M. Night Shyamalan). Ma ormai anche i registi si accorgono di come questa operazione sia diventata troppo commerciale e non curi affatto la qualità della stereoscopia, come dimostra il recente “Scontro tra titani”, che si è rivelato un vero disastro dal punto di vista estetico.

Cinema 3D
Ad alzare la voce a riguardo è il regista canadese James Cameron, appena reduce dal successo planetario di “Avatar”, pellicola che nasceva appositamente per il 3D ed era stata capace di rivelare tutte le potenzialità e la bellezza della terza dimensione. Secondo James Cameron i dirigenti degli studios hollywoodiani dovrebbero fondare una organizzazione per la regolamentazione degli standard qualitativi dei futuri film in 3D. Il 3D, infatti, è secondo Cameron una tecnica cinematografica da promuovere e difendere, contro le mille pellicole di scarsa qualità che stanno uscendo recentemente:

Ho sentito di gente che non è riuscita a vedere “Scontro tra Titani” in 3D, e che ha preferito vederlo in 2D e lo ha apprezzato di più. Ho sentito da troppe fonti che in 3D era praticamente inguardabile. E devo dire che lo avevo predetto. Quando dissero che lo avrebbero riconvertito in 3D in sole sette settimane, dichiarai che sarebbe stato impossibile da fare. Si può etichettare come 3D e dire che è un film in 3D, ma non è possibile portarlo a quei livelli standard di qualità che chiunque chiamerebbe elevati.

Cameron aggiunge anche che esistono 3D veri e 3D falsi e che un film riconvertito andrebbe pubblicizzato come tale per evitare frodi nei confronti degli spettatori.

James Cameron
Insomma, secondo James Cameron sarebbe auspicabile un comitato per il 3D, capace di regolamentare non solo la qualità del formato, ma anche il sovrapprezzo dei biglietti che richiede la visione con gli occhialini. E noi siamo assolutamente d’accordo con lui.

ila

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