Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Settembre 13th, 2012 | by Andrea Lupia
0Il 14 settembre esce in Italia “Prometheus” di Ridley Scott e l’attesa dei fan si è fatta spasmodica. La lavorazione del prequel del cult fantascientifico “Alien“, diretto dallo stesso Scott è stata tenuta sotto stretto silenzio, in modo da rilasciare informazioni col contagocce e massimizzare l’effetto curiosità. L’uscita negli States ha mostrato spettatori molto soddisfatti dell’esperienza e questo fa molto ben sperare per le reazioni nel nostro paese. Fra gli spettatori c’era anche James Cameron, che oltre ad aver diretto “Titanic” e “Avatar“, è anche stato regista di “Aliens – Scontro finale“, il secondo amatissimo capitolo della saga degli xenomorfi. Intervistato da Moviefone ha così commentato l’evento:
Visto che sei una persona connessa al franchise di Alien, cosa pensi di Prometheus?
Mi è piaciuto. Penso sia grandioso. Penso che si tratti di un ritorno alla fantascienza condotto con gusto, un’ottima performance tecnica, con una bellissima fotografia e un 3D nativo molto incisivo. Ci sono delle cose che io avrei fatto diversamente, ma non è questo il punto. Potrei dirlo di qualsiasi film.
Ti ha fatto venire la voglia di tornare al mondo di Alien?
No, no. Siamo troppo distanti ora come ora. Troppo lavoro è stato fatto. E’ un mondo stratificato, fatto di talenti diversi da David Fincher a quello di tutti gli altri che hanno poi lavorato a esso.
Ti piace guardare i film degli altri?
Oh, ma certo. Mi piace guardare i film. Con la famiglia, con i figli. Prometheus l’ho visto al primo giorno di proiezione. Non sono andato allo screening di mezzanotte, ma allo spettacolo di venerdì sera. Mi emoziono ancora a guardare i film, a prescindere dal fatto che mi appaghino o meno. Non è quello il punto. E’ il riuscire a provare ancora emozioni verso l’arrivo di un nuovo lungometraggio, il senso di scoperta di una nuova opera (…) Prometheus l’ho visto due volte. La prima volta solo per gustarmi la storia, la seconda per una visione più analitica. Per ragionare sulla fotografia, gli effetti speciali (…) Ma, a volte, cerco di non addentrarmi così in profondità in maniera tale da mantenere il divertimento della semplice visione d iun film. Di godermi la corsa.