Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Febbraio 27th, 2011 | by sally
0Essere grandi star è una gran fortuna, ma è una cosa meno bella per chi sta dietro le quinte, tra familiari ed amici stretti, la vita di un personaggio famoso finisce per travolgere anche quella di tutte le persone che ha accanto.
Tra i super famosi c’è sicuramente Johnny Depp, che arriverà presto in sala con “Rango” in veste di doppiatore. Su Vanity Fair questa volta, però, non si parla dell’attore ma del suo fratellastro Daniel Depp. “Fratellastro” è un termine che non gli piace, ma in realtà lui e Johnny hanno due padri diversi. L’aspetto è completamente diverso: Daniel Depp ha 57 anni, la barba grigia e gli occhiali e sta per uscire il suo nuovo romanzo “La città dei senza nome“, crime story ambientata a Los Angeles che avrà anche dei contenuti autobiografici. Daniel spiega di avere un ottimo rapporto con Johnny, non si considerano “fratelli a metà” e racconta della loro infanzia instabile:Ho calcolato che abbiamo cambiato casa circa 75 volte, non sempre da una città all’altra, a volte anche solo da un appartamento a quello a fianco. La mia famiglia era afflitta da un malcontento cronico.
Il cinema è un sogno che anche Daniel ha coltivato ed anche se non è diventato un attore, ha comunque collaborato con il fratello e ha scritto diverse sceneggiature. Una delle collaborazioni più importanti è quella con Johnny e Marlon Brando per “The Brave – Il coraggioso“, ma i due hanno fondato anche la casa di produzione Scaramanga Brothers. Come spiega Daniel, è il nome del cattivo nel film “La pistola d’oro” della celebre serie di James Bond ed è lo stesso nome che Johnny Depp aveva dato ad una tartaruga che aveva da piccolo. Daniel Depp ci tiene a sottolineare che il successo dei suoi romanzi non è dovuto alla sua parentela:
È mio fratello. Non voglio rischiare di dire nulla che possa mettere lui lo in difficoltà, o il nostro rapporto in pericolo. Lei parlerebbe dei fatti privati di suo fratello in un’intervista? Siamo molto riservati e abbiamo un atteggiamento protettivo l’uno nei confronti dell’altro. La verità è che andiamo perfettamente d’accordo, e che ho dedicato il mio libro a lui perché senza il suo incoraggiamento probabilmente non lo avrei mai scritto.
Via Vanity Fair.it