Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Aprile 3rd, 2011 | by sally
0Summary: Una narrazione che finisce con l’essere confusa e un silenzio che non conferisce solennità ma scade nella noia.
“La fine è il mio inizio” è un romanzo di Tiziano Terzani, il celebre giornalista morto a causa di un tumore nel 2004. Il romanzo, scritto insieme al figlio Folco Terzani, racchiude praticamente le memorie del giornalista e tutto il suo pensiero sulla vita. Ormai prossimo alla morte, Tiziano Terzani raccoglie tutta la sua vita e la sua saggezza proprio all’interno dei suoi racconti, profondissime riflessioni sulla vita e sulla morte, che troppo spesso Terzani ha incontrato sul suo cammino, girando per il mondo, passando dall’Europa all’Asia, dove faceva da corrispondente per il settimanale tedesco Der Spiegel.
Pechino, Singapore, Nuova Delhi, Tokyo, Tiziano Terzani si è occupato della questione vietnamita e quella cambogiana, vivendo gli anni più intensi della storia internazionale, e non di certo i più pacifici. La figura di Tiziano Terzani è davvero preziosa per il nostro bagaglio culturale, è una testimonianza storica ed un’importante presenza spirituale, capace di infondere coraggio e consapevolezza in chi legge. Il regista tedesco Jo Baier ha deciso di rendere omaggio alla figura di Tiziano Terzani riadattando insieme a Folco, figlio del giornalista scomparso, e a Ulrich Limmer, il libro “La fine è il mio inizio”. Nei panni di Terzani troviamo il grande Bruno Ganz, munito dell’inconfondibile barbona bianca ed affiancato da Elio Germano nei panni di Folco. Già dall’inizio si sapeva che sarebbe stata un’impressa pressoché impossibile riuscire a portare sul grande schermo un libro così intenso, intimo e spirituale quale è “La fine è il mio inizio” e infatti, nonostante gli sforzi, il film non gli rende omaggio abbastanza. Baier parte da un’idea originale come quella di dare vita a un film diverso da quelli a cui siamo abituati, che consiste praticamente in un lungo monologo, che narra passo per passo la vita e le idee di Tiziano Terzani, proprio come accade nel libro. Nel tentativo di realizzare tutto questo, però, la narrazione finisce con l’essere confusa e il silenzio non rende la pellicola solenne, bensì la rende più noiosa. Inoltre un attore valido come Elio Germano, sembra quasi volersi mettere da parte per rimarcare la grandezza di Tiziano Terzani, in questo caso impersonato da un grandissimo Bruno Ganz. Elio Germano diventa così piccolo piccolo, quasi invisibile e quasi rischia di far perdere l’importanza della figura di Folco, che diviene una vera e propria scatola dei ricordi e delle filosofie del padre. “La fine è il mio inizio“, quindi, si trasforma in una malriuscita trasposizione del libro, che come già detto era praticamente impossibile da riportare e riadattare su grande schermo. I seguaci di Tiziano Terzani sapranno sicuramente apprezzare la performance di Bruno Ganz, ma nel complesso rimarranno delusi così come chi non conosce l’argomento, non potrà che annoiarsi, di fronte alla lentezza della pellicola e ad un doppiaggio che non è propriamente eccelso.