Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Maggio 21st, 2016 | by sally
0Ieri Paolo Virzì è stato a Firenze per parlare del suo nuovo film “La pazza gioia“, che sta riscuotendo enorme successo di critica e anche di pubblico. Arrivato nelle sale da pochi giorni, è sicuramente uno dei film italiani più interessanti che vi possano capitare a tiro, lasciate perdere gli “X-Men” e andate a vedere la storia di Beatrice e Donatella.
Questa volta Paolo Virzì si è buttato su un tema molto delicato, quello dei disturbi psichiatrici e tutte le storie che stanno dietro alle persone che ne sono affette. Ha scelto di farlo con i toni della commedia, senza mai scadere nel banale, senza avere mai toni di condanna:
Riuscire ad affrontare un tema del genere suscita paura, stigma, sospetto, perché ci riguarda. In questa parte di mondo che consideriamo “benestante” il consumo di psicofarmaci è altissimo, c’è chi lotta e chi non ce la fa. La risposta delle istituzioni a volte è sconfortante, questo film non è una denuncia sul tema, è il racconto dell’euforia di due donne libere dopo essere state escluse e considerate pericolose.
Una delle cose più difficili da fare è stata sicuramente calibrare i toni, riuscire a raccontare queste storie nella maniera meno dannosa possibile, riuscire a rendere efficace un messaggio così importante. Paolo Virzì ha spiegato:
Ci si chiedeva se fosse lecito provare a raccontare una cosa così penosa con i toni della commedia.. Ci siamo voluti sentire vicini a chi patisce in un modo non retorico, non dall’alto. Ci hanno aiutati le ragazze di Vito D’Anza [psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale di Pistoia, ndr], che nel suo centro diurno ha fatto nascere il centro socio-culturale “Mah Boh”. Ecco, io sono dalla parte di quelli che hanno sempre dubbi e certezze mai.
Nella vita di tutti i giorni c’è chi lotta per superare i suoi disturbi nella speranza di curarli ed essere supportato da qualcuno, “c’è chi soccombe e c’è chi se ne approfitta” spiega Virzì:
Probabilmente uno degli spunti del film giunge direttamente da “Il capitale umano”, che parla del ricco nord, le speculazioni finanziarie, questo benessere che nasconde una specie di infelicità e anche di follia. La figura di Beatrice nasce dall’immagine di Carla Bernaschi interpretata dalla stessa attrice, Valeria Bruni Tedeschi: una donna che era infelice e si nascondeva dietro la sua buona educazione.
Ne “La pazza gioia” le due protagoniste, interpretate magistralmente da Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, possono finalmente dar sfogo alle loro emozioni, che non devono essere mai temute:
Questo è stato un progetto condiviso con molte altre persone che ci hanno fatto sentire importanti. Il film aveva anche il compito di spiegare che non si deve aver paura del disagio, non si deve nascondere sotto il tappeto. È una grande soddisfazione, questo è un argomento che ci sta a cuore, al quale ci siamo avvicinati con compassione e il film è stato accolto con commozione e anche un senso liberatorio.
“La pazza gioia” sta già ottenendo successo all’estero, a giugno arriverà in Francia, lo hanno comprato in moltissimi Paesi europei e arriverà presto anche negli USA, la sua uscita arriva in concomitanza con la scomparsa di Marco Pannella, un personaggio che si è battuto molto per gli ultimi e del quale Virzì dice:
Pannella si è battuto per i diritti dei malati, quando l’ho saputo ci ho pensato con commozione. Ci mancherà quest’uomo straordinario a favore degli ultimi, disposto ad allearsi perfino col diavolo pur di ottenere un risultato. Le sue battaglie non erano solo libertarie, avevano bisogno di essere vinte.
Tornando alle protagoniste del film e a tutte le persone che in Italia e nel mondo vivono quotidianamente situazioni di disagio:
La terapia più efficace è la relazione affettiva che unisce queste donne, per quanto turbolenta. Per esempio Beatrice ha bisogno di qualcuno per cui sentirsi importante e Donatella nonostante il suo martirio per la prima volta ha qualcuno – per quanto in forma istrionica ed egocentrica – che si interessa a lei. L’immagine che ben rappresenta questo momento è quella della locandina, che le mostra in posizione fetale, sdraiate sul muretto del lungomare e che vuole essere una sorta di rinascita. Lì Beatrice finalmente sente di essere importante agli occhi di qualcuno.
Noi abbiamo parlato di questo splendido film nella nostra recensione, non perdetevela e fateci sapere cosa ne pensate!