Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Giugno 26th, 2016 | by sally
Summary: Laurence è un uomo che non teme il cambiamento, Xavier Dolan non ha paura di raccontarlo, poeticamente, senza mai risultare eccessivo.
Siamo nel Quebec degli anni Novanta, Laurence Alia (Melvil Poupaud) ha 35 anni e vive un’intensa storia d’amore con Fred (Suzanne Clément) ma si rende conto di non essere completo, nonostante tutto. Quando usciva “Laurence Anyways” (in Italia arrivato con il titolo inspiegabile di “Laurence Anyways e il desiderio di una donna…“) correva l’anno 2012 e Xavier Dolan aveva appena 23 anni e già due film di successo alle spalle. Fino ad oggi il film non ha trovato nessuna distribuzione nelle sale italiane ma meglio tardi che mai, una chicca del genere non si deve perdere.
Xavier Dolan in “Laurence Anyways” fa da regista e da sceneggiatore, con questo film nel 2012 si è aggiudicato la Queer Palm al Festival di Cannes mentre la superba Suzanne Clément si è aggiudicata il premio Un certain regard come migliore attrice. Incredibile pensare che un regista così giovane riesca a destreggiarsi con maestria in un’opera così complessa e tematiche così delicate, ma è anche vero che proprio questo è il tratto distintivo di Dolan, oltre al suo stile inconfondibile. I colori – sempre saturi – sono perfettamente calibrati, le musiche accompagnano i sentimenti dei protagonisti dall’inizio alla fine e nonostante le quasi tre ore di durata, non c’è un istante in cui lo spettatore possa provare noia, merito di una sceneggiatura perfettamente equilibrata e d’impatto.
Il protagonista è Laurence Alia, un professore che sta per pubblicare un suo libro di poesie, apparentemente soddisfatto della sua vita che condivide con Fred, donna indipendente e passionale, dal carattere forte ma pur sempre fragile se ad essere colpiti sono i sentimenti. Arrivato al compimento del suo trentacinquesimo compleanno, Laurence è insofferente e decide di confessare a se stesso e al mondo l’innegabile verità, il suo sogno di essere donna. Il tutto in una prova attoriale notevole, sia di Poupaud che della Clément, all’interno di un autolavaggio, in cui i due protagonisti tirano fuori tutte le loro frustrazioni, in uno scontro che culmina con una verità non troppo facile da digerire. Nonostante tutto, Laurence non intende cambiare il suo orientamento sessuale e Fred decide di rimanere al suo fianco durante il percorso. Ma l’amore solo non può bastare, tutti gli equilibri vengono sconvolti e nell’arco di dieci anni – quelli in cui la storia prende forma e si dilata -quegli equilibri si spezzano e si ricongiungono, mai uguali a prima.
Laurence, dal canto suo, non intende più tenere nascosta la sua vera identità e in questo Xavier Dolan riesce a dimostrare tutta la sua bravura. Perché “Laurence Anyways” non vuole mostrare il disagio della comunità LGBT negli anni Novanta, nè solamente la difficoltà di cambiamento del protagonista, non punta il dito contro nessuno: racconta le dinamiche all’interno della coppia, le conseguenze della decisione di Laurence e si pone un interrogativo fondamentale: dove e quando accade che si smette di essere normali? Qual è il confine della normalità?
L’argomento è più attuale che mai ma non è rappresentato, come spesso accade, con un protagonista ghettizzato e abbandonato a se stesso, seppure Dolan ami il melodramma. Nonostante le perplessità di molti che gli stanno attorno e le discriminazioni (purtroppo) inevitabili, Laurence riesce a trovare il suo posto nel mondo. È talmente convinto della sua volontà che il cambiamento non gli fa paura e non può sembrare anormale, se non agli occhi di altri. Nonostante l’impegno e i tentativi, Fred non riesce a sopportare di vivere con un uomo cambiato radicalmente, lei e Laurence si allontanano, anche Fred si fa una nuova vita, ha una famiglia ma un pensiero costante, quello del suo grande amore. Le loro strade non si separano mai del tutto e nell’arco di questi 159 minuti di film Xavier Dolan fa sfoggio di tutte le sue abilità: la scelta impeccabile degli abiti, che si adattano perfettamente alle ambientazioni, all’umore che travolge i protagonisti, l’immancabile poesia – elemento che caratterizza soprattutto Laurence, visto che fa parte del suo lavoro. Il sottofondo musicale che va di pari passo con i sentimenti che si incontrano e si scontrano ma non vengono mai repressi, la bravura di due attori che si sono trovati in perfetta sintonia e rappresentano in maniera più che credibile la loro realtà. Impeccabile Melvin Poupaud, perfetto per un ruolo egregiamente supportato dalla performance di Suzanne Clément. In questo caso il regista si fa da parte, non rimane anche davanti alle telecamere, compare solo in un piccolissimo cameo. Tante emozioni, amplificate dalla rappresentazione colorata, a volte onirica, a tratti simil-videoclip, offerta da Dolan, senza alcun dubbio uno dei migliori talenti in circolazione.