Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Novembre 23rd, 2011 | by johnbuckley
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“Lo Schiaccianoci 3D“, peccato che ai giornalisti sia stato fatto vedere in 2D, “per espressa richiesta del regista” come specifica l’ufficio stampa. Poco male, se il film natalizio avesse veramente fatto respirare la magia di una grande avventura di Natale, il 3D sarebbe stato solo un valore aggiunto. Purtroppo invece il film del regista sovietico Andrei Konchalovsky appare fin troppo denso e troppo poco ispirato, poco incline ad essere apprezzato da un pubblico di adolescenti. Forse piacerà di più ai bambini che ne apprezzeranno il tocco a volte dark (ma senza esagerare) e alcuni (piccoli e innocui) spunti orrorifici.
“Lo Schiaccianoci” fu scritto da E.T.A. Hoffmann nel 1816. Settantacinque anni più tardi il famoso coreografo russo Marius Petipa ne commissionò un adattamento ad Alexandre Dumas (“Il conte di Montecristo“) e la musica a Pëtr Il’ič Čajkovskij. “Lo Schiaccianoci e il Re Topo” fu rappresentato per la prima volta a San Pietroburgo nel 1892, diventando un’istituzione e il balletto più famoso del mondo.
Un tentativo di trasporre l’opera al cinema c’era già stato nel 1990 con il lungometraggio animato “La favola del principe Schiaccianoci” di Paul Schibli, produzione non particolarmente riuscita.
E poi arriva questo “Schiaccianoci 3D“. La storia segue le vicende di una bambina di nove anni, Mary (Elle Fanning) il cui monotono Natale viennese si riempie improvvisamente di emozioni dopo l’arrivo dello zio Albert (Nathan Lane) che ha un regalo per lei: uno schiaccianoci magico. La sera della vigilia di Natale, il nuovo amico di Mary, lo Schiaccianoci (che nella sua versione umana è interpretato da Charlie Rowe), prende vita e l’accompagna in un viaggio nel suo mondo fantastico fatto di fate, confetti e tanti giocattoli che si animano. Presto Mary si accorge che questo regno meraviglioso è minacciato dal tirannico Re Topo (John Turturro) e dalla sua perfida madre (Frances de la Tour). Quando lo Schiaccianoci viene preso in ostaggio, Mary e i suoi nuovi amici giocattolo devono svelare il segreto del Re Topo per salvare lo Schiaccianoci e il suo regno.
Ci aspettavamo qualcosa di più da un progetto che Konchalovsky accarezzava da quarant’anni. Invece il film appare lento, poco ritmato, prevedibile in ogni snodo narrativo. Non aiutano le canzoni (il film è arricchito da tre nuovi brani scritti dall’autore musicale Sir Tim Rice), tradotte in italiano, che sembrano la riproposizione dei vecchi momenti canori dei film Disney dei tempi che furono, e i balletti mal coreografati e poco trascinanti.
Andrei Konchalovsky nel corso della sua carriera è riuscito più volte a spiazzare e sorprendere il suo pubblico, sia che dirigesse un action estremo ed esistenzialista come “A trenta secondi dalla fine” (nominato a tre Oscar), o l’innocuo ma divertente “Tango & Cash” con la coppia Stallone/Russell; sia che si occupasse del televisivo “L’odissea“, per cui ha vinto un Emmy come migliore regista, o delle molte produzioni teatrali e opere liriche per cui ha curato la regia. Il talento del regista in questo film natalizio si avverte a tratti, sommerso da sontuose scenografie e momenti che vorrebbero apparire lirici ma che in realtà appesantiscono il film.
In questo contesto appaiono pretestuosi alcuni tocchi e alcune suggestioni che gli spettatori più grandi apprezzeranno, come la breve apparizione del personaggio di Sigmund Freud; o l’armata di ratti che appare troppo simile alle orde naziste impegnate a bruciare… giocattoli invece che libri!. O ancora la deriva (breve ma gustosa) steampunk del finale.
Cast sopra le righe, a cominciare da un gigionesco John Turturro Re Topo surclassato dall’incredibile mimica facciale di Frances de la Tour anziana Signora Topo. A brillare per tutta la durata della pellicola è la giovane Elle Fanning, che sta diventando film dopo film più brava della sorella e che riesce a mostrare l’incanto e la meraviglia negli occhi di una ragazzina alle prese con personaggi fantastici, una grande avventura ed un primo amore. Peccato che questa meraviglia non si trasmetta agli spettatori, poco coinvolti da una sceneggiatura polverosa, e da una messa in scena poco coinvolgente.
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