Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Novembre 20th, 2014 | by sally
0Summary: La voracità dei mass media racchiusa nel suo spirito peggiore all'interno della figura di Lou, spietato e maniacale videomaker impersonato da un superbo Jake Gyllenhaal.
“Pensa al nostro programma come a una donna urlante che corre per strada con la gola tagliata“.
Siamo talmente sommersi e bombardati dalla violenza attraverso i media, che ormai è diventato tutto normale e non pensiamo molto al meccanismo che si nasconde dietro le quinte.
“Lo sciacallo – Nightcrawler” ce lo racconta grazie Dan Gilroy, anche se il pubblico italiano troverà in molti momenti un’esasperazione della storia che negli USA invece è quasi naturale. Ogni giorno il telegiornale ci propone crimini violenti, incidenti, rapine, tutto fuorché notizie positive, che quando arrivano sono marginali. Lo sciacallaggio mediatico è una pratica gradita da molti volti noti nel mondo del giornalismo italiano, ma negli USA ha preso una piega ancora più inquietante, il pubblico vuole vedere sempre più sangue, ama il brivido della realtà che finisce sullo schermo e viene raccontata nel dettaglio, anche il più macabro, senza pietà.
Finché non si diventa vittime del meccanismo, questo voyeurismo mediatico coinvolge praticamente tutti noi: più la situazione è cruenta, più aumenta la sua visibilità. Ed è qui che entra in ballo Lou (Jake Gyllenhaal), che si inventa lavori occasionali in previsione di un futuro migliore, per le strade di Los Angeles. Fin quando non scopre di poter procurare materiale video da incidenti stradali, rapine o sparatorie e venderlo al miglior offerente tra le emittenti televisive. La svolta sarà il suo incontro con Nina (Rene Russo), direttore di un telegiornale locale assetata di sangue per aumentare gli ascolti e mantenere al sicuro il suo posto di lavoro. Lou è perspicace, impara in fretta, è un sociopatico e sa come manipolare le persone a suo favore, così mette su una sua casa di produzione- inzialmente del tutto fittizia- ed inizia a procurare materiale a Nina. Man mano che le sue capacità migliorano, crescono anche gli ascolti, ma Lou è disposto a fare davvero qualunque cosa pur di avere un prodotto più intrigante e sconvolgente, manipolando anche gli eventi, diventandone il regista, creando le sue storie per mandare in onda immagini shock e conquistare la popolarità.
La malformazione del sogno americano, il partire dal nulla per costruire un impero, anche se distorto e non importa con quali mezzi. Il personaggio di Lou è appoggiato da Nina, donna in carriera che vuole mantenere alte le sue ambizioni, a qualunque costo. L’incontro tra i due permetterà ad entrambi di dare sfogo ad una psicologia perversa che non si rivela poi così distante dalla realtà che stiamo vivendo.
Dan Gilroy ha realizzato un lavoro molto interessante, che analizza a fondo la mente del protagonista e racconta di un mondo in cui la violenza viene condannata dalle stesse persone che amano guardarla dallo spioncino. Provare paura diventa eccitante, anche quando a rischio c’è la nostra stessa incolumità. Non potrete dire il contrario, anche voi avrete cliccato- curiosi come faine- su qualche link che prometteva immagini che avrebbero potuto urtare la sensibilità. E una volta che scatta questo meccanismo, crea una sorta di dipendenza, un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire.
Ad impersonare questo male della società odierna c’è il disadattato Lou, interpretato da un Jake Gyllenhaal in stato di grazia, che ci offre una performance magistrale- raggiungendo l’apice nella scena in cui si guarda allo specchio. Dimagrito, con gli occhi da maniaco, ingobbito e dalla camminata goffa, l’attore ha subito una trasformazione incredibile per calarsi perfettamente nei panni di Lou e il risultato è convincente, riuscitissimo.
“Lo sciacallo – Nightcrawler” si divide in due parti: quella iniziale ci introduce nel mondo di Lou, da ancora prima che scoprisse questa sua inquietante passione, per poi passare all’azione vera e propria, dove il nostro protagonista diventa un burattinaio degli eventi, a tutti gli effetti. E la cosa ancor più triste è che alla fine della pellicola non sarete nemmeno in grado di condannare Lou per i suoi gesti.
Angosciante tutto questo, se si pensa che non si tratta di pura finzione. Quello che inizialmente sembra essere il frutto di una sceneggiatura esasperata per lasciare lo spettatore a bocca aperta, diventa poi consapevolezza della realtà che ci circonda e dei meccanismi perversi di cui, volenti o nolenti, facciamo parte. Senza possibilità di fuga.