Maria Callas, i suoi 90 anni nel Doodle di Google

E’ una delle figure più appassionanti del secolo scorso, Maria Callas oggi avrebbe compiuto novant’anni e Google ha deciso di renderle omaggio con un Doodle.

Il celebre soprano greco, oltre a rendere meravigliose grazie alla sua voce opere come “La Traviata”, “Tosca” e “Turandot“, tanto da ottenere il soprannome di “Divina“, ma è stata sempre al centro dell’attenzione anche per quanto riguarda la cronaca rosa, soprattutto per la sua storia d’amore con Aristotele Onassis.

Grazie alle sue doti da attrice, Maria Callas ha avuto anche un ruolo al cinema: Pier Paolo Pasolini la volle in “Medea” nel 1969. Il film si basa sull’omonima tragedia di Euripide e tutt’oggi l’interpretazione della Callas è considerata una delle migliori viste nei film di Pasolini.

Maria Callas | © Baron – Hulton Archive

Il personaggio di Maria Callas ha avuto un così forte impatto culturale sia in Italia che all’estero, che a lei sono stati dedicati anche dei film, a partire da “E la nave va“, diretto nel 1983 da Federico Fellini, che si aggiudicò quattro David di Donatello e cinque Nastri d’argento l’anno successivo. Franco Zeffirelli nel 2002 ha presentato “Callas Forever“, dove il soprano è interpretato da Fanny Ardant. Il film racconta gli ultimi mesi di vita di Maria Callas, anche se non segue nel dettaglio il suo percorso biografico.

Il doodle dedicato a Maria Callas

In tv, per concludere, Maria Callas ha avuto il volto di Luisa Ranieri nella miniserie “Callas e Onassis” andata in onda nel 2005: due puntate per raccontare la storia d’amore tra una delle più grandi voci del XX secolo e uno degli uomini più ricchi di quel tempo, interpretato da Gerard Darmon, che alla fine decise di sposare Jacqueline Kennedy. Nel 1966 la Callas rinunciò alla nazionalità statunitense e a quella italiana acquisita per tornare a quella greca, sognando le nozze con Aristotele Onassis. Lui decise di convolare a nozze con la vedova Kennedy nel 1968 creando uno scandalo internazionale e gettando la Callas nello sconforto più totale.

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