Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Novembre 26th, 2012 | by sally
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La nobile arte del riciclo si incontra con il cinema: “Final cut” ne è forse il più grande esempio, proprio per la struttura dell’opera ed i suoi contenuti. Il regista ungherese György Pálfi insieme ad una squadra di studenti, ha realizzato questo ambizioso progetto per l’Università di Budapest, poi approdato al Festival di Cannes.
Piccola nota negativa: a causa dei problemi dei diritti d’autore, il film non potrà essere distribuito nelle sale. Il regista, infatti, ha costruito la storia “riciclando” gli spezzoni di ben 451 pellicole.
Quella di “Final cut” è una storia d’amore come molte altre, anzi, mai come questa volta si può utilizzare tale definizione, visto che è costruita proprio attraverso le pellicole che hanno segnato la storia del cinema. Elencarle tutte sarebbe un lavoro eccessivamente lungo, la trama parla di un uomo e una donna che hanno centinaia e centinaia di volti, ma che al contempo vivono una storia unica.
Marcello Mastroianni o Brad Pitt, John Malkovich o Clark Gable, Sophia Loren e Liv Tyler, Julia Roberts, Cameron Diaz, Giulietta Masina e Penelope Cruz, questi sono solo alcuni dei volti che costituiscono “Final Cut”. La bellezza di quest’opera, che ha richiesto tre anni di duro lavoro, sta nell’originalità con cui agli spezzoni dei film viene restituita nuova vita, portando alla realizzazione di un lungometraggio vero e proprio, con una storia concreta e comprensibile, che non diventa mai confusa e noiosa e che passa attraverso emozioni diverse: la gioia, il dolore, la disperazione, la paura, la violenza, l’amore in tutte le sue forme.
Difficile da raccontare senza riuscire a vederlo, György Pálfi ha creato un vero e proprio capolavoro del mash-up cinematografico. E se solitamente si realizzano dei cortometraggi, in questo caso ci troviamo di fronte ad un film nel senso più reale del termine e assistiamo alle vicende di una storia d’amore fatta di mille sfumature, originalità ed anche molta ironia, che racchiude in sé tutti i generi.
Da Charlie Chaplin che balla “Disco Inferno” a duelli tra i contendenti della donna che vanno dai più classici western alle lotte con le spade laser di “Star Wars”. Espressioni che si susseguono e che divertono lo spettatore, intento a ricordarsi spezzone per spezzone il titolo del film o la colonna sonora di sottofondo e pochi dialoghi, accompagnati da musiche e brani celebri perfettamente accordati con scene e labiale, in una coreografia armoniosa e piacevole. A György Pálfi va il merito di aver compiuto un lavoro così meticoloso ed anche ambizioso: ricercare tra 451 pellicole ogni singola scena per costruire una storia unitaria e addirittura capace di emozionare lo spettatore, intrattenendolo fino all’ultimo istante, non è cosa semplice. E poi il regista ungherese ha realizzato quello che è il sogno di ogni regista: dirigere un film con i più grandi attori della storia del cinema. E’ così che ci rendiamo conto di quanto il cinema sia importante nella nostra cultura e di come sia stato capace di rendere immortali volti come quello di Marcello Mastroianni o di Marlon Brando, Marilyn Monroe, che tornano a rivivere con le storie di sempre, in una nuova storia.
L’idea è originale ed assolutamente imperdibile, soprattutto per i cinefili più accaniti, che si divertiranno a scovare le pellicole che li hanno appassionati.
Noi abbiamo avuto l’opportunità di vedere “Final Cut” nell’ambito di “50 giorni di cinema” a Firenze, dove il prossimo 6 dicembre si terrà un’intera giornata dedicata al mash-up cinematografico, che costituisce un genere a sé, anche se poco diffuso perché, non c’è alcun dubbio, decisamente difficile da mettere in pratica. Per il momento il film ha trovato spazio solo a Firenze e al Torino Film Festival, ma ci auguriamo che possa essere divulgato anche all’interno di altri eventi culturali, impossibile non amarlo!
Voto:
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