Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Gennaio 10th, 2012 | by Marco Valerio
0Il 9 gennaio a Roma si è tenuto l’incontro stampa con David Fincher e Rooney Mara, per la presentazione del film “Millennium – Uomini che Odiano le Donne”, nei cinema italiani dal 3 febbraio.
In serata, il regista e l’attrice che interpreta l’hacker Lisbeth Salander hanno partecipato alla première del film, che si è tenuta al Cinema Embassy.
David Fincher, che proprio nella giornata di ieri è stato nominato ai Directors Guild of America (importanti precursori per gli Oscar), ha parlato del suo film, tenendo a precisare che non si tratta di un semplice remake, ma di una nuova trasposizione su grande schermo del primo libro della trilogia Millennium di Stieg Larrson.
Il libro mi ha stregato. Mentre lo leggevo ho pensato a diverse possibili interpretazioni dei personaggi di Mikael Blomkvist e di Lisbeth Salander.
Nel libro quando si parla di Lisbeth si usa sempre il termine punk. La Lisbeth che vedevo io non era solo dura. È una ragazza che ha paura, che si nasconde. È sofferente e sempre molto coerente.
Con il suo aspetto e il suo modo di porsi lei non vuole dire solo “stammi lontano, vai via”, ma anche “io sono immondizia”. Lisbeth è convinta di essere spazzatura, è una bambina che vive da sola da quando aveva dodici anni.
Lisbeth ha preso la decisione di vivere e di non essere mai più ferita. In tutto il film la vediamo sorridere solo due volte. Non si fida di nessuno. L’unico di cui si fiderà sarà Blomkvist. Lui le farà ritrovare la fiducia che non ha mai avuto nel genere maschile.
Sulla stessa falsariga la lettura del personaggio di Lisbeth fornito dalla sua interprete, Rooney Mara.
Lisbeth è una persona complessa ma sicuramente la cosa difficile nell’interpretarla è stato il fatto che lei evita il contatto visivo con gli altri, è sfuggente: dato che guardare le persone con cui si sta parlando è una delle cose più naturali, evitare di farlo è stata una delle sfide più grandi nell’interpretazione di questo personaggio.
E sull’idea di un remake non remake…
Ho visto il film svedese tratto da Millennium – Uomini che Odiano le Donne e ne sono rimasta molto colpita. La nostra intenzione era quella di prendere spunto dalla trilogia di Larsson, non dalla versione cinematografica svedese. Non voglio fare paragoni tra la mia interpretazione e quella di Noomi Rapace. Quando ho visto il film ho pensato che lei fosse fantastica, ma siamo due cose diverse, non possiamo essere paragonate, non saprei neanche spiegare a parole la differenza tra la mia Lisbeth e la sua.
David Fincher ha parlato anche del rapporto speciale che lega i due protagonisti: un rapporto difficile all’inizio, ma che porta i due a fidarsi l’uno dell’altro molto presto.
Volevo che questo film raccontasse la storia di due persone che si aiutano a vicenda in un momento drammatico della loro vita. Volevo analizzare il rapporto fra queste due persone da un’ottica sessuale: non sono amanti, non sono amici. Questo credo sia un aspetto che rende diverso il mio film rispetto a quello svedese. Alla fine del film Lisbeth non diventa più morbida, ma ha imparato a fidarsi di qualcuno, perché prima di incontrare Blomkvist lei non aveva mai lasciato avvicinare nessuno.
Una complessità psicologica che ha da subito affascinato Rooney Mara.
Il dolore di Lisbeth mi ha colpita, ma in fondo ogni personaggio ti coinvolge, ti lascia qualcosa. La spiegazione della rabbia di Lisbeth è tutta nelle pagine del romanzo, lì’ si trovano tutte le spiegazioni, viene illustrato il suo passato e riesci a capire da dove viene questa giovane donna.
Ad interagire in “Millennium: Uomini che Odiano le Donne” sono anche il passato e il presente, intrecciati da Fincher anche grazie all’uso di fotografie che svolgono una precisa funzione drammaturgica e mettono in relazione due personaggi fragili e apparentemente diversi come Lisbeth e Harriett Vanger, la ragazza scomparsa sul cui omicidio Blomkvist si trova ad indagare.
È molto interessante il lavoro fatto con le foto. Alla fine abbiamo realizzato un mini-film dentro il film. Volevamo rendere veramente l’idea di quello che era successo ad Harriett, quello che girava intorno a lei. Abbiamo dedicato settimane solo per fare le foto, creando le scene appositamente per scattarle. Per le foto della parata ad esempio abbiamo girato prima le scene del film in un giorno e poi abbiamo dedicato un’altra intera giornata a scattare le foto.
C’è un parallelismo ideale tra la storia di Harriett e quella di Lisbeth; è un parallelismo non dichiarato, ma che di fondo dà grande sostegno alla storia. Entrambe hanno subito violenza da parte degli uomini e hanno reagito in modi diversi. Anche la storia di Harriett è piena di sofferenza…
Un personaggio complesso e ricco di sfaccettature che Rooney Mara sarà presto chiamata a reinterpretare nei due sequel della trilogia Millennium, confermati dalla Sony.
Ciò che più mi piace di lei è proprio che non è paragonabile a nessuno, è unica, non segue le idee degli altri, non ha bisogno di rispecchiarsi in niente. Anche io, come lei, sono un po`una solitaria, anzi molto, mi piace ogni tanto stare sola con me stessa, mi ci trovo bene.
Non la descriverei come una ribelle o come qualcuno che lotta contro le ingiustizie: lei non lotta nel nome di qualcosa, non vuole cambiare il mondo. Semplicemente, reagisce se qualcuno si intromette nella sua vita e cerca di riprenderne il controllo. Non è semplicemente ribellione, è che Lisbeth fondamentalmente vuole essere lasciata in pace, vuole passare inosservata e se serve si batte affinché ciò avvenga.
Uscito il 20 dicembre negli Stati Uniti, “Millennium: Uomini che Odiano le Donne” sarà nelle sale italiane a partire dal 3 febbraio.