Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Settembre 4th, 2012 | by Andrea Lupia
0Il 3 settembre si è spento l’attore Michael Clarke Duncan, in seguito all’aggravarsi dell’insufficienza cardiaca causata dall’infarto del miocardio accusato il 13 luglio di quest’anno.
Nato a Chicago il 10 dicembre 1957, forte della sua stazza formidabile, fu conteso da molte squadre di football professionistico, ma oltre che per i timori della madre, lui scelse di non accettare per poter realizzare il suo sogno di recitare ad Hollywood. La sua carriera, iniziata come guardia del corpo a Los Angeles, iniziò veramente con i primi ruoli in “The fresh prince” (la celebre serie televisiva da noi nota come “Willy – Il principe di Bel-Air“) a fianco di Will Smith (del quale era stato appunto bodyguard). In seguito interpretò quello che ancora oggi è il ruolo che più gli regalò la notorietà, oltre che una candidatura all’Oscar come migliore attore non protagonista, ossia il personaggio di John Coffey ne “Il miglio verde“. Nel 2003 ha interpretato Kingping, lo spietato signore del crimine nella New York del film “Daredevil“, sull’omonimo personaggio della Marvel. La serie televisiva “The finder” (2012) lo ha visto come protagonista, ma purtroppo non ha raccolto gli ascolti sperati ed è stata cancellata.
Il malore di Michael Clarke Duncan, che lo ha colto mentre si trovava nella sua casa di Los Angeles, non gli ha lasciato scampo ed ha privato il suo pubblico di uno dei più abili caratteristi in circolazione, capace di interpretare personaggi diversissimi con una meravigliosa leggerezza. Per tutti resterà sempre il gigante buono de “Il miglio verde“, capace di guarire dalle malattie di emozionare con la sua innocenza.
Sono stanco, capo. Stanco di andare sempre in giro solo come un passero nella pioggia. Stanco di non poter mai avere un amico con me che mi dica dove andiamo, da dove veniamo e perché. Sono stanco soprattutto del male che gli uomini fanno a tutti gli altri uomini. Stanco di tutto il dolore che io sento, ascolto nel mondo ogni giorno, ce n’è troppo per me. È come avere pezzi di vetro conficcati in testa sempre continuamente. Lo capisci questo? (“John Coffey“)