Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Gennaio 27th, 2012 | by alessandro ludovisi
0Per non dimenticare, forse mai come in questo giorno, Il giorno della Memoria, dovremmo riflettere sul significato di questa frase, sul valore della vita, e su uno dei più gravi eventi di questo secolo: lo sterminio degli ebrei, la cosiddetta Soluzione Finale adottata dal dittatore Adolf Hitler. Affinché la memoria venga onorata è necessario un processo lungo e non ancor completato sulle generazioni attuali e future. Nei racconti dei sopravvissuti ai lager, nelle crude e drammatiche immagini di repertorio, nelle ingiallite foto, si nasconde un ricordo condiviso che – necessariamente – va tenuto vivo. In questo aiuta, e non poco, il cinema. Sì, proprio la settima arte che non sempre è sinonimo di finzione. Se è vero che una immagine resta viva più di mille parole è il caso di celebrare l’impegno e il lavoro di registi, attori e produttori che si sono impegnati nella realizzazione di pellicole spinose con l’obiettivo di portare alla luce verità, misteri e analisi sulla genesi di quell’odio antisemita che ha sconvolto il mondo.
Non possiamo, in questo caso, dimenticare Charlie Chaplin, proprio lui, “Il grande Dittatore”. Una straordinaria satira sul nazismo, datata 1940 e che acquista ancora più importanza, ai giorni d’oggi, proprio per il coraggio del versatile attore londinese, assolutamente perfetto nel doppio ruolo del barbiere ebreo e del dittatore Adenoid Hynkel (chiaro riferimento ad Adolf Hitler). Il film venne vietato in tutta Europa e non mancarono le polemiche anche negli Stati Uniti dove al regista fu consigliato di rinunciare al progetto. Fortunatamente non fu così e oggi possiamo ancora assistere alla più incredibile performance di Chaplin che, scherzi del destino, è coetaneo del dittatore tedesco.
A dimostrazione del coraggio di Charlie Chaplin ricordiamo che mentre il regista anglosassone era alla presa con la realizzazione del suo capolavoro, nella Germania Nazista la propaganda del Führer produceva la pellicola “L’Ebreo Errante“, chiaro riferimento alla mitologica figura Cristiana Medievale. Il film, girato in chiave documentaristica, nacque sotto la supervisione del Ministro Goebbels e del regista Fritz Hippler. Ricordiamo, che nel 2009, nella Italia liberata si decise di realizzare un film dallo stesso titolo con protagonista uno straripante Vittorio Gassman. Rimanendo nella parodia del dittatore, vi ricordiamo, anzi, non vi potete perdere “Per favore, non toccate le vecchiette” (“The Producers”), pellicola che valse a Mel Brooks un premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale, una divertente commedia sullo sfondo di una rocambolesca mise en scène teatrale dal titolo Primavera per Hitler. Preziosa l’interpretazione del compianto Zero Mostel e di Gene Wilder. Il successo del film venne bissato in campo teatrale e, recentemente, ancora in chiave cinematografica grazie a Susan Stroman regista del film “The producers – Una gaia commedia neonazista” con Matthew Broderick e Uma Thuman. Tra i produttori e sceneggiatori della pellicola figura lo stesso Mel Brooks. A proposito, vi segnaliamo il film Essere o non Essere, in cui il buon Brooks figura come produttore e attore. La pellicola è il remake di “Vogliamo vivere” di Ernst Lubitsch, una parodia sul nazismo datata 1942.
Tra le parodie, più o meno riuscite, guardiamo in casa nostra con i film “Tutto suo padre”, con Enrico Montesano nel ruolo di un giovane pizzaiolo romano che viene a conoscenza di essere il figlio legittimo di Adolf Hitler e “Zio Adolfo in arte Führer”, di Pipolo e Franco Castellano con Adriano Celentano e Amanda Lear.
Non è facile riproporre determinate tematiche o personaggi e renderli credibili nel linguaggio filmico. Uno dei film più riusciti è sicuramente “I ragazzi venuti dal Brasile”, del regista Franklin Schaffner, con protagonista Gregory Peck nel ruolo del Dr. Josef Mengele, il famigerato Todesengel (L’angelo della morte), tristemente famoso per gli esperimenti di eugenetica realizzati nel campo di concentramento di Auschwitz.
Vogliamo ora parlarvi di tre pellicole, nello specifico: “Teste Rasate”, “American History X” e “The Believer”. Iniziamo con la pellicola italiana diretta da Claudio Fragasso nel 1993, in cui troviamo protagonisti Giulio Base (nel film veste i panni del Führer), Gianmarco Tognazzi (un ragazzo senza arte né parte che aderisce a un movimento neonazista) e Flavio Bucci (un gioielliere ebreo). Un importante film italiano utile per ricostruire la genesi dell’odio razziale tra violenze e contraddizioni. Il protagonista si innamorerà, infatti, di Zaira (Fabienne Gueye) una colf somala e si troverà costretto a scegliere tra “ideali” e amore, fino al drammatico finale.
“American History X” è un film del 1998, diretto da Tony Kaye. La pellicola vede protagonista Edward Norton nel ruolo del nazista Derek, che in seguito a una lunga detenzione si trova costretto a rivedere integralmente le sue opinioni, rimescolando passato e presente, facendoci dedurre che nell’adesione agli ideali razzisti e neonazisti ha una influenza determinante il contesto sociale e famigliare dell’individuo.
Adesso è considerato come una delle stelle emergenti di Hollywood, grazie alle sue interpretazioni in film com “Drive” e “Le idi di Marzo”. Parliamo, ovviamente, di Ryan Gosling, protagonista nel 2001 di “The Believer”, pellicola drammatica diretta da Henry Bean. Gosling veste i panni di Danny Balint, un giovane neonazista ebreo.
Un film che non potete assolutamente perdere per analizzare quelli che sono i sentimenti che possono portare un individuo a vivere in uno stato di totale paradosso. In disaccordo con la propria religione ed educazione, Danny ha maturato un odio totale verso la propria gente e verso la propria famiglia avvicinandosi a uomini che inneggiano alla eliminazione del suo popolo. Un film da non perdere con un finale choc – e soprannaturale – tutto da seguire.
La Giornata della memoria, per non dimenticare quello che è successo e affinché tutto questo non accada più. Nel ricordo delle milioni di vittime della barbarie nazista.