Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Gennaio 7th, 2011 | by sally
0Summary: Tra musiche e intrecci, Rapunzel rimane un lavoro svolto con grande efficacia, divertente e ricco di buoni valori.
“Rapunzel – L’intreccio della torre” è il nuovo film d’animazione della Disney, che come sempre segue la tradizione classica ma non rinuncia alla modernità, infatti la pellicola è stata realizzata in CGI, senza far sentire però la mancanza del tratto a matita che ci aveva resi felici un anno fa in occasione dell’uscita de “La Principessa e il ranocchio“, dopo tanto (troppo) 3D. Diretto da Byron Howard e Nathan Greno, “Tangled” segna il cinquantesimo film d’animazione della major, infatti l’occhio più attento non potrà fare a meno di notare che anche in questo caso le citazioni ai classici Disney non mancano. Troviamo infatti elementi da “La Sirenetta”, “Aladdin” ed anche da “Il Gobbo di Notre Dame” e “La bella addormentata nel bosco”, non ci facciamo mancare proprio nulla.
Ispirato alla celebre fiaba di “Raperonzolo” dei fratelli Grimm, “Rapunzel – L’intreccio della torre”, ha inizio con una goccia di sole caduta dal cielo, da cui ebbe vita un fiore capace di ringiovanire e curare le persone attraverso un canto. La perfida Madre Gothel, villain in gonnella della vicenda, se ne impossessa, ma a causa di una distrazione, il fiore viene ritrovato dai sudditi del Re, che lo usano per salvare la Regina, in gravi condizioni di salute durante il parto. La Regina dà alla luce una bambina dai capelli dorati, che hanno lo stesso potere del fiore e per questo motivo madre Gothel la rapisce e la nasconde in cima ad una torre praticamente introvabile. Il Re e la Regina si trovano nello sconforto più totale e, nella speranza che un giorno la principessa possa far ritorno, ogni anno, per il giorno del suo compleanno, liberano in cielo tante lanterne. E’ proprio la notte delle lanterne a suscitare la curiosità dell’ormai diciottenne Rapunzel, che vive accudita dall’amorevole e lunatica quanto isterica madre Gothel, che la convince ogni giorno a non uscire dalla torre, perché il suo intento è quello di tutelarla dal mondo circostante. Rapunzel, quindi, vive giornate sempre identiche con la sola compagnia del simpatico camaleonte Pascal, portandosi dietro uno strascico infinito di capelli dorati. Un giorno, però, la routine viene sconvolta dall’arrivo di Flynn Rider (omaggio ad Errol Flynn, protagonista di svariate avventure cinematografiche negli anni ’30), affascinante ladro che dopo aver rubato la corona reale sta cercando di nascondersi da Maximus, un cavallo reale che si comporta come un cane e che insieme al piccolo Pascal e agli avventori della taverna, va a coronare la presenza dei comprimari in maniera eccellente. All’arrivo di Flynn, Rapunzel decide di uscire finalmente dalla torre ed andare a vedere le lanterne che tanto ama da vicino, sentendo dentro di sé che tutte quelle luci hanno in qualche modo a che vedere con lei.
Gli intrecci non mancano, “Rapunzel” offre un’ottima tecnica di animazione, scene di azione e romanticismo quanto basta, insieme agli immancabili brani musicali che fanno sempre tanto Disney e che non annoiano lo spettatore. Non sono troppi, nè troppo pochi, le coreografie aiutano a rendere il tutto più piacevole, senza dimenticare i momenti comici in presenza di personaggi assolutamente bizzarri. Una delle scene più riuscite, senza alcun dubbio, è quella all’interno della taverna, in cui la piccola e bionda Rapunzel si ritrova in mezzo ad un’orda di briganti che all’inizio possono far spaventare, fin quando non si scopre che ognuno di loro ha un sogno da coltivare e che dietro quell’aspetto da barbari si nasconde un cuore tenero. C’è da sottolineare anche il fatto che questa volta il doppiaggio sia ben riuscito: Laura Chiatti presta la voce a Rapunzel (è Mandy Moore nella versione originale), per Flynn invece c’è Giampaolo Morelli (Zachary Levi nell’originale), per il canto c’è invece Massimiliano Alto, voce piuttosto consueta nel mondo dell’animazione: Aladdin, Quasimodo, Red e Toby. La Disney, insomma, colpisce ancora. Quello di “Rapunzel” è un successo meritato, un lavoro di animazione che ha richiesto moltissimo tempo e che appare tuttavia inattaccabile, non si può che apprezzare e dare il benvenuto al cinquantesimo capolavoro, che saprà divertire ancora una volta ed in maniera efficientissima, grandi e piccini, grazie ad una padella che inaspettatamente si dimostra essere un’arma infallibile ed i soliti buoni principi e valori sparsi qua e là, tra paesaggi da fiaba e cupe caverne, per poi arrivare al solito, dovuto e genuino happy ending.