Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Luglio 26th, 2012 | by alessandro ludovisi
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Paco Plaza, orfano di Balagueró (noi di Cinezapping lo abbiamo incontrato a Roma, leggi l’intervista) al cinema con Bed Time, realizza il terzo capitolo della saga di “Rec”, uno degli zombie movie europei più amato degli ultimi anni. Nel 2007 i due registi realizzarono un mockumentary horror ad alta tensione, ambientato all’interno di un edificio sulla Rambla catalana completamente invaso dagli zombie. Il finale – aperto – e l’enorme successo fatto registrare al box office convinse entrambi della bontà di un seguito, prontamente realizzato nel 2009. In seguito i due cineasti iberici hanno optato per una divisione dei compiti: Plaza ha realizzato il terzo episodio della saga (una sorta di prequel) mentre Balagueró si occuperà del quarto e ultimo episodio, “Rec Apocalypse”.
Koldo e Clara stanno per convolare a nozze e per realizzare il loro sogno d’amore hanno scelto una lussuosa location, una villa dall’ampio giardino gremito di parenti. Uno di loro è stato precedentemente morso da un cane. Nulla di grave, una fasciatura alla mano e la presenza alla cerimonia è confermata. Tra un brindisi e l’altro succede l’imponderabile: un virus ha reso gli ospiti simili a zombie affamati e per Koldo e Clara inizierà una folle corsa verso la salvezza armati di una spada e di una motosega e intenti a dribblare gli attacchi dei non morti..
Plaza dimostra sin dal prologo una certa predisposizione alla burla, “invitando” lo spettatore a quello che appare come un classico matrimonio spagnolo, con tanto di sposini canterini e innamorati ed ospiti sopra le le righe, presentati tramite una ricca proiezione fotografica: “Rec 3: Genesis”, l’origine del male e del virus, infatti, si apre con le polaroid di Koldo e Clara, i veri protagonisti del film e viene sviluppato, per quindici minuti circa, in soggettiva, marchio di fabbrica della saga. Fortunatamente siamo abbastanza furbi da capire che l’orrorse si svilupperà da lì a poco e cerchiamo affannosamente un indizio. Eccolo: uno degli invitati ha la mano fasciata poiché è stato poco prima morso da un cane. Niente di grave, ci rassicura ma è il vero inizio del film. L’uomo si trasformerà nel più classico dei non morti provocando una reazione a catena nella quale tutti gli invitati si trovano improvvisamente ad abbandonare il banchetto nuziale per approfittare della più rara carne umana. Koldo e Clara si dividono, i non infetti si contano sulle dita di una mano, fortuna che tra loro si trovi un prete. Già: Plaza, così come in “Rec 2”, ha dimostrato di tenere in grande considerazione la componente religiosa e la Genesi del film, a cui farà seguito l’Apocalisse di Balagueró ci lascia intuire come l’arma più convincente da utilizzare contro gli zombie sia proprio la parola di Dio. In realtà, anche una bella spada affilata e una motosega aiutano, eccome. La prima impugnata da Koldo, moderno San Giorgio – con tanto di armatura -, la seconda dalla bella Clara che si dilania le vesti mostrando una significativa giarrettiera rossa.
Non deve essere stato facile abbandonare la ormai classica visione in soggettiva, ma Plaza riesce nella disintossicazione e la pellicola, esclusi circa venti minuti iniziali, è girata in maniera classica. Non viene, invece, abbandonata la pista claustrofobica perché l’orrore mostrato in “Rec” deve rimanere circoscritto. Che sia una villa o un palazzo di Barcelona poco importa, la assoluta impossibilità di vedere una via di fuga ci angoscia e ci fa dimenticare qualsiasi velleità sulla possibilità di vedere un lieto fine.
La separazione ha sicuramente giovato alla saga, Plaza dimostra una notevole abilità e si muove nello zombie movie con scioltezza, con un paio di omaggio al cinema horror classico (soprattutto di stampo raimiamo) e condendo il “suo” terzo capitolo con una colonna sonora edulcorata che, messa in contrapposizione con il sangue che scorre a fiumi, forma un irresistibile mix.
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