Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Agosto 10th, 2012 | by Andrea Lupia
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“Lo squalo” è uno dei pezzi più noti della sterminata filmografia di Steven Spielberg. Distribuito nel Giugno del 1975, è ricordato per essere il capostipite vero e proprio di tutta una serie di pellicole con protagonisti animali nemici dell’uomo in senso assoluto.
La trama è tratta dal romanzo di Peter Benchley e narra di una serie di attacchi mortali che un grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) porta ai danni della popolazione dell’isola di Amity. Dopo una serie di questi attacchi spaventosi, Martin Brody (Roy Scheider) in quanto capo della polizia locale impone il divieto di balneazione che sarà revocato a breve perché il sindaco teme le ripercussioni sulle entrate turistiche. Dopo la morte di un bambino attaccato sul materassino, la madre offre una taglia per chi le porterà l’animale, scatenando una caccia allo squalo che avrà risvolti ancora più tragici.
E’ difficile credere che qualcuno non abbia visto Lo squalo e questo non solo perché si tratta senza ombra di dubbio di uno dei film più famosi di tutti i tempi. La pellicola in questione infatti gode di una fama pressoché leggendaria e per una serie di motivi non trascurabili.
Innanzitutto il regista, l’ormai mitologico Steven Spielberg, che grazie a questo film guadagnò il successo che gli permise di girare tutti i successivi capolavori. Fu inoltre il primo film a sperimentare la distribuzione estiva (mai tentata prima) aprendo di fatti una nuova era (della quale approfittò, solo l’anno dopo il primo episodio de “Guerre Stellari” di George Lucas). Inoltre fu il primo prodotto cinematografico a godere di una distribuzione massiccia, provando che questa pagava molto in termini di incassi. Ancora oggi gli effetti speciali usati nel film sono un esempio di artigianato cinematografico di altissimo livello, nonostante appartengano all’epoca dei modelli reali, analogici, dotati di pistoni e tiranti, per permettere ai vari modelli costruiti di rendere le spaventose fattezze e movenze della bestia (nonostante le critiche al funzionamento del mostro meccanico siano ormai un must).
Nel cast figurano il già citato Roy Scheider, ma anche Richard Dreyfuss (l’ittiologo ed oceanografo della storia), Robert Shaw (il leggendario cacciatore di squali), ma senza ombra di dubbio, il protagonista è lui. Lo squalo.
Un mostro disumano, dagli occhi vuoti e fissi, quasi privi di movimento e neri come l’oscurità a cui possono portare. Un orrore preistorico, praticamente identico a se stesso da milioni di anni, più antico dei dinosauri. Qualcosa che sbuca dagli abissi per mangiare le persone. Ce n’era abbastanza per terrorizzare generazioni di spettatori. Spielberg aveva intuito che per potenziare oltre ogni limite la tensione, già intollerabile a tratti, l’unico modo era realizzare un film che ruotasse intorno ad un mostro che, come se non bastasse, esiste davvero. E per fare questo evitò addirittura di scritturare Charlton Heston, che avrebbe catalizzato troppo l’attenzione su di se.
Ad oggi non sono molti i film che hanno scavato così profondamente nella cultura popolare al punto da diventare parte di quella ristretta cerchia di pellicole che istintivamente tutti riconoscono come film per eccellenza ed bello sapere che anche a distanza di così tanti anni, sia ancora non solo un prodotto ma anche un’opera cinematografica di così grande valore. Ancora oggi infatti rimane un vero e proprio manuale di cinema, un must assoluto in termini di thrilling ed un passaggio obbligato per chiunque voglia godere del miglior cinema mai realizzato. Un capolavoro senza tempo.
Voto:
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