Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Maggio 24th, 2013 | by Andrea Lupia
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“Punto zero” (titolo originale inglese “Vanishing Point“) è un road movie del 1971, diretto da Richard C. Sarafian, con Barry Newman, Cleavon Little e Dean Jagger. Si tratta di uno dei capisaldi dell’exploitation degli anni settanta. In considerazione dell’importanza data alla vettura di Barry Newman, si può affermare che la vera protagonista della pellicola è la Dodge Challenger R/T bianca del 1970. Il film è famoso per gli scenari che si snodano lungo il Sud-ovest statunitense e per il suo commento sull’epoca post-festival di Woodstock degli Stati Uniti. È stato uno dei primi film (dopo “Easy Rider“) a usare una colonna sonora prettamente rock. Il film continua a essere – ancora oggi – popolare ed è ritenuto un film culto, citato anche in “Deathproof” di Quentin Tarantino, grande fan della pellicola.
Kowalski lavora per un servizio di trasporto auto a Denver, in Colorado. Vari flashback, che si snodano per la pellicola, lasciano intuire che il lavoro è stata una sorta di seconda possibilità dopo aver perso tutto. È un veterano del Vietnam, un agente della polizia giudiziaria, un pilota di auto da corsa e un motociclista. Dopo essere stato scoperto in una cricca di malviventi che aveva a che fare con la droga, ha perso il suo lavoro da poliziotto. Ha dovuto abbandonare la sua carriera da pilota di auto e moto da corsa dopo due incidenti quasi mortali e ha perso la fidanzata in un incidente di surf. All’inizio del film, Kowalski è quasi alla fine del suo inseguimento con la polizia di stato californiana. Un flashback ci riporta a Denver, dove ha inizio il suo viaggio. Quando arriva a Denver con un’auto che sta consegnando chiede quale sia il prossimo trasporto. Il suo supervisore insiste che Kowalski si riposi un po’, mentre questi continua a voler effettuare un altro trasporto quella notte.
Dopo mezzanotte a Kowalski viene assegnato il compito di trasportare una Dodge Challenger bianca del 1970 con motore 440 da 375 HP a San Francisco, in California. Dopo essersi fermato a un bar per motociclisti per comprare della benzedrina e aver fatto una scommessa con uno spacciatore su quanto tempo impiegherà per arrivare a San Francisco, esce da Denver. La polizia inizia a inseguirlo quella stessa mattina, giunto dalle parti di Glenwood Springs, in Colorado. Kowalski attraversa – nonostante sia braccato – il Colorado, lo Utah e il Nevada, mentre la polizia è sempre più incapace di acciuffarlo. Per tutto il tragitto, Kowalski ascolta la stazione radio K.O.W., che trasmette nei pressi di Goldfield, Nevada. A questo punto entra in gioco Super Anima, il disc jockey della radio, che per aiutare Kowalski inizia a trasmettere informazioni false ai poliziotti. Con l’aiuto di Super Anima, che definisce Kowalski come “l’ultimo eroe americano”, Kowalski scende sotto i riflettori come un eroe di culto tra i contadini delle regioni che sta attraversando. Motociclisti ehippie iniziano a radunarsi a Goldfield, luogo da cui Super Soul trasmette, e nelle città attorno, per augurare buona fortuna a Kowalski.
Kowalski è l’eroe perdente per eccellenza e poco c’è da dire su quello che, assieme a pochi altri film, fa parte della mia personale top ten cinematografica. La fotografia è forse imprecisa e lungi da capolavori classici, ma anche questo contribuì a farne un successo, perché assieme alla splendida colonna sonora, riuscì a raccontare quello che di solito al cinema non era il caso, come prima solo il già citato “Easy Rider” aveva fatto. Essenziale.
Voto:
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