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Shah Rukh Khan a Roma per “Il mio nome è Khan”

L’attore indiano Shah Rukh Khan è stato uno dei più attesi al Festival di Roma, per presentare l’ultimo film di cui è protagonista. Karan Johar è il regista de  “Il mio nome è Khan“, film made in Bollywood, prodotto in India dalla Dharma Productions, Fox Searchlight Pictures, Fox Star Studios.

Shah Rukh Khan
Il film sarà in sala dal prossimo 26 novembre e sicuramente sarà un grande successo anche per l’Italia. Il cinema indiano continua a prendere spazio nel panorama internazionale ed ovviamente c’è da gioirne, anche se lo stesso Shah Rukh Khan ha spiegato che ancora c’è del lavoro da fare per perfezionare il cinema di Bollywood:

In generale, quando un paese comincia ad andare bene dal punto di vista economico, anche la sua cultura comincia a farsi notare. Oggi si dice che, subito dietro alla Cina, c’è l’India, e questo è un altro elemento che porta la cultura indiana ad essere riscoperta. Ma, se vogliamo che non sia solo una moda passeggera, dobbiamo lavorare sul nostro modo di fare cinema. Anche perché ci sono dei margini produttivi incredibili: in India si producono 1000 film all’anno, il che significa una media di 3 al giorno. Nessun altro paese può avvicinarsi nemmeno lontanamente a questi ritmi.

L’attore ha parlato ovviamente anche del nuovo film, in cui interpreta un uomo affetto dalla sindrome di Asperger, che ancora non è molto conosciuta. La parte ha richiesto molta preparazione e soprattutto un contatto reale con la sindrome, per comprenderla da vicino e riuscire meglio nell’interpretarla:

Ho lavorato per molti anni in teatro, ed uno degli esercizi che facevamo era insegnare recitazione a persone con particolari difficoltà: in particolare ho lavorato a lungo con bambini spastici, dislessici, autistici. Ho imparato molto da questa esperienza. E poi ho letto “Lo Strano Caso del Cane Ucciso a Mezzanotte” (The Curious Incident of the Dog in the Night-Time) di Mark Haddon ed è stato molto interessante, in particolare le note che parlano di autismo e di sindrome di Asperger. Poi ho visto molti documentari e anche dei film, ma con l’obiettivo – rispetto ai film – di staccarmi da quello che è stato fatto in passato e di non cadere nell’imitazione. Poi ho avuto modo di incontrare alcune persone, in particolare un bambino affetto da questa sindrome, che è venuto a casa mia per due mesi, proprio per prendere spunto da storie vere e da persone vere per creare al meglio il mio personaggio. Ho lavorato molto anche con il regista e gli altri attori, che mi hanno dato modo di calibrare al meglio il lavoro, ad esempio tenere lo sguardo fisso molto a lungo è una cosa difficile e addirittura provoca dei mal di testa. Non si può scherzare o prendere poco sul serio una condizione del genere, non lo puoi fare nemmeno involontariamente o per errore.

Per Shah Rukh Khan ci sono molti elementi in comune tra l’Italia e l’India, il ché lo fa sentire ancora più vicino al nostro Paese, che lo ha accolto calorosamente e sicuramente apprezzerà anche il suo operato in sala.

sally

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