Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Gennaio 9th, 2013 | by Andrea Lupia
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Dopo il sunto di qualche giorno fa, esaminiamo più nel dettaglio i tre episodi della prima stagione di “Sherlock“, la serie televisiva britannica, già per molti irrinunciabile, con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman. Come già saprete, la serie è liberamente ispirata alle storie di Sir Arthur Conan Doyle, inventore dell’investigatore più famoso di tutti i tempi, beffardo, presuntuoso e quasi infallibile, un sociopatico ad alto rendimento, diremmo oggi.
Questa volta, però le avventure di Sherlock Holmes sono ambientate ai nostri tempi e questo, naturalmente, ha permesso tutta una nuova gamma di situazioni che sono andate a fondersi con le storie originali, alle quali la serie è liberamente ispirata, pur rimanendo rispettosa dei personaggi, e rendendo fresche delle crime stories.
Episodio Uno: “Uno studio in rosa”
L’inizio, come sempre, presenta alcune difficoltà basilari, in particolare gli assestamenti necessari a far funzionare una storia con personaggi così particolari, ed in situazioni ancora da descrivere e rendere fisse e solide. I luoghi, per esempio, sono uno di quei particolari essenziali che devono essere organizzati dal principio, ma senza rubare spazio alla storia. I protagonisti, tanto quelli principali quanto quelli secondari, in compenso offrono delle prove assolutamente appassionanti e di alto livello, tanto da sopperire a qualche piccola incertezza della trama. E con tanto di serial killer. Un ottimo inizio.
John: That was amazing..
Sherlock: You think so?
John: Of course it was. It was extraordinary… It was quite… extraordinary.
Sherlock: That’s not what people normally say.
John: What do people normally say?
Sherlock: “Piss off!”
Episodio Due: “Il banchiere cieco”
Finalmente coinquilini a tutti gli effetti, grazie a piccoli particolari e situazioni apparentemente secondarie, conosciamo già meglio i protagonisti, pregi e difetti. Una organizzazione criminale asiatica a Londra gestisce un commercio clandestino di preziosi manufatti e sebbene questa volta i cattivi siano leggermente sopra le righe, se la cavano egregiamente nel mettere a dura prova i nostri due avventurieri. Comprendendo anche le difficoltà con le casse automatiche del supermercato, esotico e complicato quanto basta. Niente male davvero.
John: Oh, I’m Sherlock Holmes and I always work alone ’cause no one else can compete with my massive intellect!!
Episodio Tre: “Il grande gioco”
A questo punto è ormai chiaro che qualcuno, complotta nel mondo del crimine contro Sherlock e Watson. Ma chi? E perché? Chiunque egli sia, ha deciso di iniziare a fare davvero sul serio. In questo episodio conclusivo, Moriarty diventa una minaccia reale e concreta, al punto tale da diventare un pericolo esplosivo. Tutta la città è minacciata e fortunatamente la narrazione mantiene alta la tensione fino all’imprevedibile finale, che inserisce un personaggio poderoso tanto quanto gli adorati Watson e Holmes, il cattivissimo (e pazzo come un cavallo) James Moriarty. Affascinante e disturbante, aggiunge una nota dissonante ad una serie basata sulla deliziosa armonia fra protagonisti, situazioni e risoluzioni.
Sherlock: Look at that, Mrs. Hudson. Quiet. Calm. Peaceful. Isn’t it hateful?
Mrs. Hudson: Oh, I’m sure something will turn up Sherlock. A nice murder. That’ll cheer you up!
Benedict Cumberbatch e Martin Freeman, sono la vera forza trinante di questo show, soprattutto nelle loro interazioni, che raccontano un’amicizia particolare e sgangherata, che in fondo somiglia a quei rapporti che ognuno di noi conosce o desidererebbe. Una serie che merita di essere seguita, verso la quale si è (giustamente per una volta) sviluppato un fenomeno, e che ha portato fortuna ai due protagonisti portandoli a lavorare anche nei major film ad Holliwood. Una menzione speciale per l’adorabile Mrs. Hudson. Una stagione coi fiocchi.
Voto:
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