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Spike Lee in trattative per dirigere il remake di “Old Boy”!

Nel 2003 il coreano Park Chan-wook portò al cinema il manga “Old Boy” di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya riscuotendo un notevole successo sia di pubblico che di critica. Il film “Old Boy” infatti vinse il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes, nel 2004. Il regista sudcoreano inchiodò letteralmente il pubblico alle poltrone grazie a centoventi minuti di alta tensione e ansia per le sorti del protagonista, Oh Dae-su, un uomo tranquillo sposato con  figlia. Un perfetto signor nessuno che viene intrappolato, senza apparente motivo, in una angusta cella dal quale è praticamente impossibile evadere. Dopo quindici anni, passati tra pensieri suicidi e prove di fuga, viene rilasciato sul tetto del palazzo in cui era stato rapito. Perché gli hanno fatto questo? Per chi non avesse ancora visto il film, originale, non vi sveleremo altro. Chi invece vorrà assistere a una produzione Made in Usa non sembra dovrà attendere ancora molto. Il remake del film di Chan-wook si farà e alla regia ci sarà Spike Lee. Circa due anni fa si era già parlato di riproporre una nuova versione del film e si erano interessati, in una sorta di sinergia commerciale, la Dreamworks e la Mandate. Il progetto avrebbe visto protagonista Will Smith, come attore,  e Steven Spielberg nelle vesti di produttore.

Spike Lee | Cinepatico
Dopo le schermaglie iniziali è tornato in auge il progetto remake e, come detto, per la regia sembra essere in vantaggio Spike Lee. La scelta del regista di Atlanta potrebbe tranquillizzare i fan della pellicola sudcoreana. Forse potremmo parlare di un remake “degno” anche se per film cult come “Old Boy” il rischio di fallire è davvero grande. Certo, ingaggiare il più grande regista afroamericano vivente, nonché uno dei maggiori conoscitori di cinema a livello mondiale, appare come una mossa furba e di sicuro impatto, per lo meno mediatico. Ad onor del vero il film diretto da Chan-wook non è una trasposizione “fedele” del manga, diviso in otto volumi e settantanove capitoli, da cui però il regista trae liberamente ispirazione riuscendo inequivocabilmente nel suo obiettivo, realizzando una pellicola di grande impatto. Per quanto riguarda Lee, il regista ha due possibilità: riprodurre in maniera fedele la pellicola originale o realizzare una nuova opera approfondendo argomenti e personaggi non trattati da Chan-wook. Nel primo caso il rischio è davvero grande: le atmosfere alla “Old Boy” sono difficilmente riproponibile anche se Spike Lee è un vero maestro nello studio delle ambientazioni e nella esternazione della psicologia dei personaggi. Nel secondo caso assisteremmo a un’opera “nuova” ma, ancora, non esente da rischi, con il pericolo di far letteralmente infuriare i fan, e sono tanti, di “Old Boy”. Da parte nostra, in bocca al lupo Spike.

alessandro ludovisi

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