Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Novembre 3rd, 2016 | by sally
0Nel 1990 Madonna rivoluzionava completamente la storia della musica pop live con il suo Blond Ambition Tour, un gigantesco tour mondiale per promuovere l’album “Like a prayer” diventato leggendario.
Quattro mesi per tre continenti, 18 camion, un jet privato, più di 100 persone al lavoro per rendere il tutto possibile e 7 ballerini a cui ora è dedicato il film che uscirà in sala il 5 e il 6 dicembre. “Strike a pose” è diretto da Ester Gould e Reijer Zwaan e distribuito da Nexo Digital, I Wonder Pictures e Fil Rouge Media.
La storia si concentra sui 7 ballerini americani selezionati da Madonna per seguire il tour, i provini iniziarono nel gennaio 1990 e la stessa cantante prese parte alle ultime audizioni. L’intento di “Strike a pose” è quello di raccontare come quel tour cambiò per sempre le loro vite, oltre a cambiare il modo di comunicare nel mondo della musica. Il titolo del film fa riferimento al singolo “Vogue” e al vougueing, il ballo che invitava il pubblico ad imitare le pose di modelli e modelle di Vogue, la celebre rivista, tornato alla ribalta grazie a Madonna ma già diffuso nei locali gay negli anni Sessanta.
“Strike a pose” è già stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Berlino e poi al Biografilm Festival a Bologna:
La vera intenzione del film è infatti quella di scoprire come questi ballerini hanno reinventato le loro vite una volta che le luci del successo si sono spente. Truth or Dare, il documentario del 1991 con incassi record tratto dal Blond Ambition Tour, fu infatti un punto di svolta per la cultura gay, un film mainstream, un successo al box office che includeva una scena con un bacio tra due uomini. Madonna lo utilizzò per prendere posizione sui diritti degli omosessuali, sulla libertà di espressione e sulla lotta contro l’AIDS, facendo del suo corpo di ballo l’icona stessa della libertà sessuale e spronando i suoi fan in tutto il mondo ad essere quello che erano, in totale libertà. In seguito, però, tre dei suoi ballerini fecero causa alla cantante accusando il film di aver invaso la loro privacy. Questo fatto evidenzia il paradosso che Strike a pose cerca di svelare, tra libertà e diritto alla privacy, intimità e diritto alla libera espressione.