Recensioni the artist poster

Published on Dicembre 4th, 2011 | by Marco Valerio

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The Artist: la recensione della colonna sonora

The Artist: la recensione della colonna sonora Marco Valerio
Voto CineZapping

Summary:

4.5

Film Grandioso


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Sta per arrivare nelle sale italiane “The Artist” il film di Michel Hazanavicius che ha conquistato la platea dell’ultimo Festival di Cannes e che si prepara a vivere un ruolo da protagonista nella imminente stagione dei premi.

Sembra ormai scontata infatti la scorpacciata di nomination per il film alla prossima edizione degli Oscar. Tra le varie categorie in cui il film potrebbe ricevere una segnalazione, con ogni probabilità ci sarà anche quella riservata alla miglior colonna sonora originale.

Il lavoro svolto dal compositore Ludovic Bource è qualitativamente eccezionale, ma assume una valenza fondamentale anche da un punto di vista drammaturgico.

“The Artist” è infatti il riuscito tentativo di creare una pellicola muta nell’era del 3D e della computer grafica. Privo di dialoghi e costruito quasi esclusivamente sulle espressioni dei protagonisti, la musica di questo film diventa fondamentale, in quanto strumento espressivo che sopperisce alla mancanza di parola.

the artist poster

The Artist - Il poster

La colonna sonora di Ludovic Bource non si limita a definire il mood delle varie scene, ma è vera e propria forza pulsante che definisce i caratteri dei personaggi, la drammaticità di alcune situazioni e la solarità di altre, ma è anche un’operazione di reinvenzione e omaggio per un modello cinematografico lontanissimo dall’estetica e dalla sensibilità contemporanea. Quella del cinema muto in cui la musica non era, per l’appunto, abbellimento auditivo, ma peculiarità imprescindibile della messa in scena filmica.

Michel Hazanavicius ha affidato il compito di studiare e comporre l’adeguato accompagnamento musicale per la sua pellicola a un musicista che collabora con lui da molto tempo, Ludovic Bource, che ha esordito come autore di musica da film proprio con il primo lavoro di Hazanavicius, “Mes Amis” nel 1998.

Da allora Bource ha sempre lavorato con Hazanavicius, dando vita ad un rapporto di fiducia e di collaborazione artistica evidentemente proficuo e vincente. Così come è vincente la scommessa che il regista e il compositore hanno affrontato nel dar vita ad un progetto così ambizioso, così affascinante, ma anche incredibilmente rischioso.

Bource immagina “The Artist” come una vera e propria opera sinfonica (tanto che il primo brano della soundtrack è un’overture che anticipa alcuni dei temi musicali del film) in cui è la musica il vero traino narrativo, prima ancora della sceneggiatura di Hazanavicius, comunque strumento fondamentale nella stesura della partitura. Bource ha infatti seguito passo passo il lavoro di scrittura della sceneggiatura, integrando poi le proprie intuizioni artistiche con regolari visite sul set.

La soundtrack trova i suoi punti di forza nei due temi legati ai protagonisti del film, vale a dire George Valentin (l’omonima traccia 3) e Peppy Miller (“Waltz for Peppy”, traccia numero 7), che si ritrovano ri-arrangiati e ri-adattati in tonalità differenti in altri passaggi musicali.

Altri brani (come “1927: A Russian Affair”, “At the Kinograph Studios” o “Jubelle Stomp”) richiamano e omaggiano partiture dei grandi film di Hollywood. Le melodie sono debitrici delle solari e melanconiche sinfonie di Charlie Chaplin o dell’esotismo sognante di Max Steiner o della misteriosità cupa e travolgente di Bernard Hermann.

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The Artist

La colonna sonora di Bource racconta una storia e descrive delle emozioni, ma riesce anche a rendere vive e pulsanti le atmosfere della Hollywood anni ’30, prendendo spunti non solo dalle musiche da film, ma creando dei brani che hanno impresso il marchio di grandi nomi della musica dell’epoca come Cole Porter (di cui viene campionato un brano nella realizzazione della scena del ballo di tip tap) o Benny Goodman.

Il lavoro di Bource è studiato ma mai didascalico e anzi sempre sorprendente e ammaliante, capace di toccare le corde dell’emotività in più di un’occasione, diventando vera e propria voce di un film come “The Artist” che è un omaggio (affettuoso e non nostalgico) ad un epoca in cui un sorriso o un sopracciglio inarcato valevano più di mille parole e un tema musicale riusciva a colpire cuore e orecchie e restare impresso nella memoria dello spettatore.

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