Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Gennaio 13th, 2014 | by alessandro ludovisi
0Summary: Ridley Scott ha voluto mettere troppa carne al fuoco e il film rischia di essere indigesto ma nonostante tutto è da vedere.
Ridley Scott torna dietro la macchina da presa con un thriller di “confine” dedicato alla memoria del fratello Tony, morto suicida nell’agosto del 2012.
“The Counselor” è sceneggiato da Cormac McCarthy e interpretato da un cast ricchissimo nel quale spiccano i nomi di Brad Pitt, Michael Fassbender, Javier Bardem, Penélope Cruz e Cameron Diaz e comprimari di valore come Édgar Ramirez, Bruno Ganz, Rosie Perez, Goran Višnjić, John Leguizamo e Dean Norris.
Un avvocato con problemi economici decide di entrare in un giro d’affari losco insieme all’amico e criminale Reiner. I due collaboreranno per trasportare un ingente carico di droga oltre il confine messicano e intascare una somma da capogiro. Ma il mondo criminale non è così semplice come l’avvocato pensava e il minimo errore si paga a caro prezzo e quello che sembrava un breve excursus criminale a caccia di soldi facili si trasforma in una odissea criminale che non risparmierà nessuno in un viaggio verso l’inferno del polveroso Messico senza possibilità di tornare indietro.
Il cast, Ridley Scott, uno script ideato da McCarthy (autore di “Non è un paese per vecchi”), una storia di droga, criminali e confine messicano. Ci sono – apparentemente – tutti gli ingredienti per un film da vedere tutto di un fiato. Eppure non è così, anzi: è inutile trattenere il respiro, la pellicola nella prima parte fila via in un continuo di incontri a due che se da una parte rende giustizia alla parata di stelle ingaggiate, dall’altra rimanda il climax del film appesantendolo e rendendolo esageratamente verboso.
Quando la ferocia, anche spettacolarizzata come da manuale per i trafficanti di droga messicani, si verifica in tutta la sua pazzia e violenza è forse troppo tardi perché, come se fosse annunciata, l’ineluttabilità degli eventi è forzata e descritta in una sorta di spiegone antecedente che rende meno credibile lo svilupparsi della storia. La sensazione, alla fine, è di aver letto un libro dalla trama interessante e dalla ambientazione intrigante cominciando, però, dall’ultima pagina.
Purtroppo una scarsa fluidità, la gestione abbastanza incomprensibile dei personaggi con fugaci apparizioni slegate, e il tentativo di mettere troppa carne al fuoco rendono il film di Scott indigesto. Proprio perché emblema di una occasione persa. Il mito della frontiera, la sensualità e l’importanza della donna nelle decisioni del compagno, con annesse ripercussioni, il tema dell’avidità, trafficanti di droga, venditori di diamanti, avvocati dal fare oscuro, snuff movie, teste rotolanti sul caldo asfalto messicano: c’è davvero tanto ma nulla viene scavato fino in fondo. Si resta in superficie, sia nella storia che nella caratterizzazione dei personaggi. E alla fine, in un Messico poco sporco (una fotografia “artefatta” avrebbe probabilmente reso Juarez ancora più inquietante) si consuma un finale che in una sorta di déjà vu ci sembrava aver già vissuto.
Nonostante tutto “The Counselor” è un film da vedere per le capacità erotiche di Cameron Diaz, ripresa in un improbabile accoppiamento con una Ferrari, il ghigno di uno stralunato Bardem, la patinata storia d’amore tra Fassbender e la Cruz, e un Brad Pitt dal look texano che fa capolino come fosse una specie di coscienza materializzatasi del protagonista.