(From L-R): Elisabeth Moss, Owen Wilson, Tilda Swinton, Fisher Stevens and Griffin Dunne in the film THE FRENCH DISPATCH. Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved
Il ritorno di Wes Anderson in sala è fissato per l’11 novembre con “The French Dispatch”. La trama prende vita da una serie di articoli tratti dal numero finale di una rivista americana pubblicata in una città immaginaria francese, nel Ventesimo Secolo. Tantissimi sono i protagonisti: Benicio del Toro, Adrien Brody, Tilda Swinton, Léa Seydoux, Frances McDormand, Timothée Chalamet, Lyna Khoudri, Jeffrey Wright, Mathieu Amalric, Stephen Park, Bill Murray e Owen Wilson.
Come sempre, Wes Anderson si avvale di un cast particolarmente ricco ed alcuni attori ricorrenti, dall’immancabile Bill Murray passando per Owen Wilson, Tilda Swinton e Adrien Brody. Parlando del suo film, Wes Anderson ha raccontato di aver letto un’intervista fatta a Tom Stoppard in cui lui spiegava che le sue opere teatrali nascono sempre da idee diverse che vengono messe inieme. Il regista ha fatto proprio così, mettendo insieme una raccolta di storie brevi, palesemente ispirato al New Yorker e ai suoi giornalisti, e alla Francia, luogo in cui Anderson ha trascorso molto tempo e sulla quale voleva fare da tempo un film che fosse “imparentato con il cinema francese“. Il risultato, secondo Tilda Swinton (che interpreta la critica J. K. L. Berensen), è “la lettera d’amore in francese di Wes Anderson all’internazionalismo, alla cultura e alla sacrosanta arte del giornalismo indipendente“.
In occasione della morte del suo amato direttore Arthur Howitzer Jr., nato in Kansas, la redazione del French Dispatch, una rivistaa mericana a larga diffusione che ha sede nella città francese di Ennui-sur-Blasé, si riunisce per scrivere il suo necrologio. I ricordi legati a Howitzer confluiscono nella creazione di quattro articoli: un diario di viaggio dei quartieri più malfamati della città, firmato dal Cronista in Bicicletta; “Il Capolavoro di Cemento”, la storia di un pittore squilibrato rinchiuso in carcere, della sua guardia e musa, e degli ingordi mercanti d’arte che vogliono le sue opere; “Revisioni a un Manifesto”, una cronaca d’amore e morte sulle barricate all’apice della rivolta studentesca; e “La Sala da Pranzo Privata del Commissario di Polizia”, una storia di droghe, rapimenti e alta cucina piena di suspense.
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