Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Ottobre 24th, 2012 | by sally
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La regista Leslye Headland ha deciso di seguire la scia di alcuni film degli ultimi anni come “Una notte da leoni” e “Le amiche della sposa” per dare vita al suo “The Wedding Party“. Per una volta le trasgressioni sono tutte dipinte di rosa e il mondo delle donne assume sfaccettature inedite, che ancora in un certo senso nel mondo del cinema restano un tabù, o comunque un territorio quasi inesplorato.
Se infatti ci fossero uomini al posto di queste protagoniste, la commedia filerebbe liscia e senza stupire lo spettatore, risulterebbe abbastanza comune, e invece l’idea innovativa della Headland è appunto quella di mostrare un lato diverso delle donne, che non sono sempre posate e un po’ complessate, ma anche sboccate, trasgressive e decisamente confuse, senza che sia un segreto.
E’ il caso del gruppo delle Scoppiate, un nome che già dice tutto, che si ritrovano alle nozze di Becky (Rebel Wilson), al liceo soprannominata “faccia di maiale”, la più sfigata e la meno carina del gruppo sta per sposare un uomo fantastico e questo non può che generare invidia da parte delle altre, soprattutto in Regan (Kirsten Dunst). Quest’ultima deve organizzare la festa di addio al nubilato e chiama i rinforzi da Los Angeles, le altre due scoppiate sono Gena (Lizzy Caplan) e Katie (Isla Fischer). Le tre amiche scoprono che Becky è cambiata, è diventata seria e punta ad una vita insieme al compagno, mentre loro continuano a vivere senza un reale obiettivo, da sole, con lavori che non le soddisfano, consolandosi tra droghe e alcol, vivendo da eterne adolescenti. E proprio quando le ragazze intervengono per dare un po’ di brio ai festeggiamenti, tutto inizia ad andare a rotoli.
“The Wedding Party” è una commedia sboccata fin dalla prima sequenza di immagini, in cui vediamo Gena/Lizzy Caplan esporre le sue teorie sulla fellatio ad uno sconosciuto sull’aereo. Da lì in poi è tutto un crescendo di episodi surreali, portati fino al limite, per divertire lo spettatore ma anche per mostrare che queste donne hanno una vita incasinata e di errori ne commettono in grandi quantità; che non sono le quattro amiche di “Sex and the city” che cadono sempre in piedi, ma finiscono svenute nel pavimento di un bagno o con l’andare contro i rigidi princìpi che si erano create. Regan/Kirsten Dunst ne è l’esempio emblematico. Sempre intenta a risultare impeccabile, fredda e autoritaria, anche lei saprà sciogliersi, rispolverando i ricordi del passato, facendo i conti con il presente e rinunciando alle invidie nei confronti di Becky/Rebel Wilson che, nonostante tutte le ingiustizie subìte, riesce ad essere sorridente e gentile con tutti, andando in crisi solo nel bel mezzo della catastrofe, per poi riprendersi subito dopo.
Ognuna delle protagoniste, chi più chi meno, prenderà coscienza della propria situazione. E sebbene tornerà a concedersi all’alcol, amico immancabile, lo farà con maggiore consapevolezza.
“The Wedding Party” si affida ad un finale dal sapore dolciastro, condito solamente da un pizzico di quel cinismo che fa da filo conduttore per tutta la durata del film. Perché in fondo se la Headland si fosse attenuta alla linea di partenza, ci avrebbe lasciato l’amaro in bocca. Tanto meglio guardare positivamente alle cose, immaginando soprattutto un pubblico di spettatrici donne in pieno stile Bridget Jones, che sentono di avere molti elementi in comune con le protagoniste ma che hanno bisogno di un lieto fine, quantomeno per pensare di poter ingurgitare meno cioccolato del solito davanti alla tv ed immaginare un futuro meno incerto e più soddisfacente, sotto tutti i punti di vista, tirando un sospiro di sollievo.
Voto:
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