Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Aprile 7th, 2016 | by Alessandro Testa
Anni ’70. Cinema Universale di San Frediano, a Firenze.
Silenzio in sala, o almeno questo è il consiglio: danno “Ultimo Tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci.
In una delle scene hard più controverse del film, Marlon Brando è impegnato ad imburrare la povera Maria Schneider.
Dalla sala, quindi, mai silenziosa, si leva un urlo: “Abburracciugagnene!” E giù, risate.
Un’espressione che non esiste ma che, nella sua allusione, acquisisce un senso abbastanza esplicito.
E’ uno dei tanti miti dell’Universale, il cinema più popolare di tutta Firenze, dove le battute leggendarie si sprecano e i personaggi si mescolano fra impegno politico e film d’autore: John Wayne, il fumo, Pasolini, Lotta Continua, Jesus Christ Superstar.
Qui, dove i film proiettati passano in secondo piano perché “il vero spettacolo è il pubblico“. Nel buio della sala, fra la maschera silenziosa, le poltroncine e le sigarette, lo spettatore rende giustizia all’umorismo fiorentino scatenandosi in una serie di battute cult.
“Come ll’è la cassiera?” grida uno.
“Zoccola!” risponde la sala.
Si fa “casino” e non solo, all’Universale. Si respira il tabacco, ma anche un ambiente ormai perso negli anni, disilluso e cancellato dai tempi moderni, dalla concorrenza, dall’avvento dei multisala. Qui, nel cinema che ha visto l’apparizione leggendaria di una vespa durante la proiezione di un film: dove un anonimo eroe entra in sala in sella a uno scooter, fa il suo giro ed esce di scena.
Che poi è l’episodio di apertura del nuovo film di Federico Micali, “L’Universale“, in uscita in anteprima al Teatro Verdi il prossimo 12 Aprile e nelle sale dal 14 Aprile (allo Spazio Alfieri e allo Stensen). Qui la pellicola è ancora quella di un tempo e quel cinema – chiuso nel 1989 – è al centro delle esperienze di vita di tre ragazzi, Tommaso, Alice e Marcello interpretati da Francesco Turbanti, Matilda Lutz e Robin Mugnaini.
I sogni, le speranze e le illusioni di un’intera generazione sono racchiuse nelle storie dei tre giovani che crescono, si innamorano e si perdono tra un film d’essai dell’Universale, l’attivismo politico e l’eroina. Intorno al cinema di San Frediano cresce un’intera città descrivendo una “meglio gioventù” fiorentina, come nel film di Marco Tullio Giordana.
La Rokkoteca Brighton e il primo concerto dei Litfiba, gli anni di piombo, la morte di Rodolfo Boschi, quella di John Lennon: ciascun evento è visto con gli occhi di Tommaso, figlio del proiezionista dell’Universale interpretato da Claudio Bigagli (“Mediterraneo“, “Tu Mi Turbi“), mentre intorno a lui cambia qualcosa. Alice, come la Jasmine Trinca de “La Meglio Gioventù” o la Jenny di “Forrest Gump“, inseguita lungo l’arco della giovinezza da Tommaso. E Marcello, figlio del comunista Ivo Tanturli (Vauro Senesi), inglobato dalle lotte politiche.
E in più tanti altri attori, tutti rigorosamente toscani: Maurizio Lombardi, Anna Meacci, Paolo Hendel e Francesco Turbanti, con la Bandabardò a curare le musiche del film. “L’Universale” ha ottenuto i finanziamenti del fondo cinema della Regione Toscana del ministero delle cultura (Mibact).
Sceneggiato da Heidrun Scheleef (“La Stanza Del Figlio“, “Il Caimano“), Cosimo Calamini e Federico Micali (“Genova Senza Risposte“, “Firenze Città Aperta“), “L’Universale” è un omaggio alla resistenza dei piccoli cinema. Un cinema stravagante, ironico e passionale in cui può accadere di tutto.
Dove anche espressioni come “abburracciugagnene” trovano senso ed entrano, di diritto, nella leggenda.