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Uomini che odiano le donne: i sequel nonostante la perdita al botteghino

Uomini che odiano le donne, adattamento cinematografico per il grande schermo realizzato da David Fincher, ha incassato 231 milioni di dollari in tutto il mondo. Non si può dire che abbia sbancato il botteghino poiché le premesse che hanno accompagnato la produzione erano ben altre.  Gary Barber, della Metro Goldwyn Mayer, conferma la delusione per i risultati del Box-Office: ” il risultato è stato al di sotto delle nostre aspettative e abbiamo registrato una modesta perdita. Speravamo di ottenere almeno un 10% in più”

“Uomini che odiano le donne”, best seller di Stieg Larsson, fu già adattato per il cinema da Niels Arden Oplev nel 2009 e la produzione scandinava ottenne degli ottimi risultati, risultando come una delle pellicole più interessanti dell’anno grazie alle cupe atmosfere della pellicola e alla interpretazione di Michael Nyquist (nei panni del giornalista Michael Blomkvist) e di Noomi Rapace (Lisbeth Salander). La trilogia di Larsson fu ricomposta interamente al cinema grazie ai sequel “La ragazza che giocava con il fuoco” e “La regina dei castelli di carta”. Il successo della saga ha convinto la MGM della bontà del progetto e una volta ingaggiato Fincher per la regia e l’accoppiata CraigMara per interpretare il duo BlomkvistSalander, il successo sembrava assicurato.

Uomini che odiano le donne, una sequenza del film

Il pubblico non ha però risposto in modo adeguato, probabilmente a causa della vicinanza con la produzione scandinava (con la trilogia uscita interamente nel 2009) e nonostante la performance di Rooney Mara (candidata agli Oscar come miglior attrice protagonista) la pellicola, vittoriosa nella notte degli Academy Award nella categoria “Miglior montaggio”, ha portato una perdita – seppure definita modesta – alla MGM.

Nonostante tutto i sequel si faranno, come conferma la MGM che sarà probabilmente affiancata dalla Sony che ha già partecipato alla produzione del primo film, sperando che – questa volta – i risultati al box office siano migliori. Interrompere la già prevista trilogia dopo il primo episodio recherebbe, effettivamente, un grave danno d’immagine alla celebre compagnia di produzione cinematografica statunitense.

alessandro ludovisi

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