Tom Cruise oltre Mission Impossible
20 Novembre 2023
Published on Novembre 18th, 2011 | by johnbuckley
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Chi se lo sarebbe mai aspettato che da un film horror come il primo “Wrong Turn” sarebbero venuti fuori ben tre seguiti? Mostri con un background più accattivante hanno goduto di molti meno sequel (penso ai due film dedicati al mostro alato di “Jeepers Creeper“) di questa manica di rozzi boscaioli cannibali e deformi. Ma così va il cinema, e se spendendo poco si possono accaparrare i consensi degli appassionati ben venga. Noi non ci lamentiamo.
Intendiamoci, il primo film non era per niente disprezzabile, e contava sul traino di una diva del piccolo schermo, l’attrice di origini albanesi Eliza Dushku che grandi cose aveva fatto interpretando la cacciatrice di vampiri Faith nel cult firmato Joss Whedon “Buffy“. I mostri del primo film erano comunque abbastanza anonimi, salvati da un fantastico make-up a firma Stan Winston: rednecks deformi e cannibali che pescavano a piene mani da tutta la mole di horror rurali a partire da “Non aprite quella porta” fino a “Le colline hanno gli occhi“.
Ripercorriamo allora insieme questa piccola e onesta saga horror, che qualche momento gustoso l’ha comunque regalato, a partire dal primo film:
Diretto nel 2003 da Rob Schmidt, il primo “Wrong Turn” ha dalla sua il rigore di un horror teso ed avvincente e l’ambientazione suggestiva della West Virginia boschiva e selvaggia. La storia è presto detta e verrà rispoposta nei tre seguiti con piccole varianti: un gruppo di cinque giovani, dopo un incidente stradale, rimangono bloccati in una foresta del West Virginia. Da quel momento diventano preda di cannibali della montagna dal volto sfigurato. Sarà una dura lotta per la sopravvivenza.
Il film è veloce, avvincente, teso, girato con grande perizia tecnica, grande ritmo e ha quella patina vintage, sporca e “rozza” di film anni ’70 che non dispiace e, anzi, è un valore aggiunto non indifferente. Non ha niente di innovativo e non fa certo gridare al miracolo, ma è onesto intrattenimento da pop corn, birra e cervello spento. Il valore aggiunto è una Eliza Dushku più grintosa che mai in jeans attillati e canotta lercia che se la batte con la Jessica Biel del remake di “Non aprite quella porta“, uscito lo stesso anno.
Alla fine del primo film sembrava che nessuno si fosse salvato. Sbagliato. Ben quattro anni dopo ecco arrivare direttamente in home video (sorte capitata a tutti gli altri seguiti) “Wrong Turn 2 – Senza via d’uscita“, diretto da Joe Lynch. In questo film si raccontano le avventure di un pugno di personaggi impegnati in un reality show chiamato “Survivor”. Ovvio che la finzione si tramuti in vera lotta per la vita.
Aspettative bassissime. Invece il film è una piccola sorpresa. Spatterosissimo (tra l’altro ottimi effetti speciali “artigianali”), con alcune situazioni “piccanti”, senza un attimo di tregua, il film scorre che è una meraviglia, non annoia e diverte. In più c’è Henry Rollins più gigione che mai. Fossero tutti così i seguiti!
Peggio ci va con il terzo episodio, uscito nel 2009, “Svolta mortale” diretto da Declan O’Brien, anche questo uno straight to video. Questa volta a vedersela con i rednecks cannibali sono una manica di detenuti in fuga. Questa volta il film è scialbo, diretto senza brio, con un pugno di attori anonimi e fuori parte. A peggiorare il tutto una computer grafica invasiva nelle scene gore da far cadere le braccia per quanto è realizzata male. Tra tanta noia e qualche sbadiglio si arriva alla fine e si tocca il punto più basso della saga.
Che non è la fine perchè nel 2011 arriverà la quarta parte, “Bloody Beginnings” ancora non distribuita in Italia, e che è una sorta di prequel dell’intera serie. Peggio del capitolo numero tre non si poteva fare, e infatti il film si attesta ai buoni livelli del primo e del secondo. Un miracolo visto che il regista è lo stesso del terzo pessimo film. Un nuovo gruppo di allegri ed ignari vacanzieri, questa volta munito di motoslitta, a causa di una tempesta di neve si perde, e trova rifugio presso un sanatorio abbandonato. Completamente isolati dalla tempesta, i ragazzi dovranno organizzarsi fra quelle mura, che però ospitano ancora alcuni pazienti poco propensi ad accogliere degli ospiti in casa.
Cambia scenografia, questa volta il bosco innevato spazzato dalla tempesta e, soprattutto, il fatiscente sanatorio. E’ proprio il prologo la parte più divertente. Si vedono infatti i tre giovani mutanti rinchiusi in gabbia. Ma dura poco. Si libereranno e faranno una strage, friggendo una dottoressa e smembrando il dottore che li aveva in cura. Il resto del film scorre sui soliti binari, ragazzi in fuga e mostri che vogliono ucciderli e mangiarli. Nella sua prevedibilità, il film è comunque buono, con ottime scene sanguigne (e si abbandona la pessima Cg del precedente capitolo), e tanta tensione, presentando i “primi passi” insanguinati di questa famigliola dedita all’omicidio e al cannibalismo.
Voto cumulativo per i quattro episodi:
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